Incendio a Trezzano: il giallo dei cinque focolai e della porta aperta

Sempre più accreditata la pista del rogo doloso. Rientra l'allarme dei gas tossici

Il capannone ex Scapa incendiato

Il capannone ex Scapa incendiato

Trezzano (Milano), 14 ottobre 2017 - Emergenza rientrata. Ora è il momento dell’attesa. In primis bisogna attendere l’esito delle analisi del primo filtro del campione «ad alto volume» posizionato da Arpa sul comando della polizia locale, nei pressi delle abitazioni vicine al capannone bruciato in via Cellini. Qui, giovedì pomeriggio, si è scatenato l’incendio che ha seminato il panico tra i trezzanesi e i residenti dei comuni limitrofi. Secondo, occorre aspettare l’esito delle indagini che dovranno accertare come e chi ha appiccato il fuoco all’interno dell’ex sede logistica della Scapa Italia, società leader nella distribuzione di pasti. Cinque i focolai che hanno innescato il rogo, dodici le ore di lavoro per i vigili del fuoco, venti i mezzi impegnati. Il materiale ancora custodito nello stabile (dismesso ormai da diversi anni) e andato distrutto composto da celle frigorifere e materiale plastico. Ed è proprio la diossina che potrebbe essersi liberata dalla fusione di questi oggetti a preoccupare particolarmente le autorità competenti, l’amministrazione e i residenti. I primi dati, però, sono incoraggianti: secondo Arpa le tracce di sostanze pericolose, tra cui ammoniaca e monossido di carbonio, sono inferiori ai livelli minimi di allarme. Anche i crolli di lastre di amianto dal tetto e la diffusione delle particelle del pericolos materiale nell’aria sono stati scongiurati, così come il timore di una possibile nube tossica.

«Desidero ringraziare ancora i Vigili del Fuoco, i carabinieri e la polizia locale di Trezzano e dei comuni limitrofi – spiega il sindaco Fabio Bottero – per il pronto intervento e il lavoro svolto. Grazie anche ai volontari della Protezione Civile di Trezzano-Cusago e di tutti i Comuni del COM2 che fino a ieri erano ancora in loco ». «Su questa vicenda bisogna fare chiarezza – prosegue Bottero – l’incendio avviene a pochi giorni dall’approvazione di una variante al piano di governo del territorio che non comprendeva quest’area ma aree adiacenti e comunque tutte legate a funzioni commerciali. Le istanze di riconversione presentate dalla proprietà non coincidevano con le nostre volontà ma non c’è mai stato nessun diniego assoluto. Infatti, due settimane fa, avevo incontrato i rappresentanti della proprietà, il gruppo Lops, per proseguire nella discussione». Quanto alle indagini, l’ipotesi più accreditata è quella dell’incendio doloso. Al vaglio degli inquirenti la dichiarazione di un testimone che, poco dopo le 15.30 di giovedì, ha lanciato l’allarme. L’uomo, che in un primo tempo ha visto la porta laterale aperta, dopo aver fatto un giro di ricognizione per comunicare al numero di emergenza l’entità dell’incendio, l’ha ritrovata chiusa.