Farmacista a 88 anni: "La miglior cura? Il contatto umano"

Tiziano Gaspari, a Cerro è conosciuto ormai da tutti. Con l’aiuto della figlia Claudia, tiene aperta la farmacia 365 giorni all’anno

Tiziano Gaspari in farmacia a Cerro (Newpress)

Tiziano Gaspari in farmacia a Cerro (Newpress)

Cerro al Lambro (Milano), 22 giugno 2017 - Ha 88 anni ed è ancora dietro il bancone, a servire i clienti e dispensare consigli. A Cerro al Lambro, piccolo Comune del Sud-est Milanese, c’è un farmacista, Tiziano Gaspari, conosciuto ormai da tutti. Con l’aiuto della figlia Claudia, titolare dell’attività, il dottore tiene aperta la farmacia di via Libertà, nella frazione di Riozzo, 365 giorni all’anno. Festivi compresi. Neppure a Ferragosto, come da copione, l’esercizio abbasserà la saracinesca. «Spesso mi sento dire dai clienti: “Lei dottore è sempre qua”. In effetti, è così. Ho vinto la farmacia per concorso, 35 anni fa. E da allora non ho mai staccato - ricorda Gaspari -. Ai tempi gestivo anche il dispensario di Cerro al Lambro, per garantire un ulteriore servizio ai cittadini».

Oltre che dalla figlia, il dottore è supportato da alcune collaboratrici. Ma è lui l’architrave dell’attività, quanto meno a livello simbolico. Persino di notte, quando l’esercizio di via Libertà è di turno, è lui che si affaccia alla finestra per raccogliere le richieste dei clienti che suonano il campanello. Una grande passione, che non è mai venuta meno, nemmeno quando la farmacia ha subito una rapina (una delle tante) e un bandito armato di coltello ha ferito Gaspari ad una mano. «Avevo la mano sul bancone - racconta -. Il rapinatore ha pensato che volessi schiacciare un pulsante per chiedere aiuto, e così mi ha colpito. È successo tanti anni fa. Eppure, in passato le rapine erano meno frequenti, ora capitano più spesso».

Come tutte le realtà locali, nel corso del tempo Cerro al Lambro ha subito diverse trasformazioni. L’urbanizzazione ha portato in dote nuovi residenti e le infrastrutture stradali hanno stretto il paese in un anello viabilistico con collegamenti più veloci. Dal bancone, il dottore è stato spettatore di questi fenomeni. La sua farmacia è diventata anche uno spaccato sociale, capace di riflettere i cambiamenti della mentalità e del vissuto collettivo. «Oggi si avverte il peso della crisi economica, anche nelle parole e negli atteggiamenti della gente», conferma il dottore. Fa eco la figlia: «Situazioni di disagio e persone che hanno perso il lavoro: ci capita di vedere di tutto. Persino giovani affetti da ansia e depressione: oggi non esiste più l’età della spensieratezza. Noi siamo sempre pronti ad instaurare un rapporto di fiducia, anche solo mettendoci in ascolto, o scambiando due chiacchiere».

Un atteggiamento di dialogo, che è ripagato dai riscontri positivi della gente. «Il contatto umano è il valore aggiunto che un’attività come la nostra è in grado di fornire. Offriamo un servizio anti-globalizzazione – concludono padre e figlia -. Non a caso, la farmacia di Riozzo è diventata il primo presidio sanitario sul territorio. Raccogliamo la clientela di tutto il circondario, qualcuno arriva persino da Milano. Spesso la gente viene da noi ancor prima di andare dal medico. Siamo una grande famiglia».