Corsico, sono tornati gli studenti internazionali: "Ecco come abbiamo vissuto"

Tornati dall'estero quattro ragazzi raccontano la loro esperienza

Il tavolo dei giovanissimi relatori

Il tavolo dei giovanissimi relatori

Corsico (Milano), 22 novembre 2016 - Gli americani? Ognuno sta per i fatti suoi, ma quando ci si ritrova per qualche ricorrenza, nessuno tocca il telefono a tavola. In Norvegia si cena alle 16, ma se hai fame uno snack te lo puoi concedere. Lo chiamano spuntino di mezzanotte, anche se sono le 20. In Honduras la scuola si vive come una grande famiglia: è lì che si festeggiano le feste cittadine: un altro modo per stare tutti insieme. I ragazzi che hanno partecipato al progetto promosso dalla Fondazione Intercultura, con l’associazione Intercultura, ne hanno tante di storie da raccontare. Momenti che hanno vissuto durante quell’anno trascorso all’estero, dalle famiglie adottive "che ci hanno ospitato come figli, facendoci apprendere la cultura del posto, senza trascurare lo studio".

È proprio questo il progetto: gli studenti delle superiori partono per una destinazione a loro scelta e trascorrono lì un anno scolastico. Lo hanno raccontato durante la tradizionale giornata di formazione: docenti e dirigenti scolastici di tutta la Lombardia ascoltano le esperienze dei giovani e ne fanno tesoro, per poterle, poi, riproporre all’interno dei propri istituti. È stata la dirigente scolastica dell’Istituto Falcone Righi, Maria Vittoria Amantea, a voler portare "l’incontro proprio nella periferia. Siamo o no la Città Metropolitana? Non vogliamo essere visti solo come una scuola di periferia, per questo abbiamo ospitato con orgoglio un’iniziativa che parla di scambio culturale e crescita».

Protagonisti della giornata, i quattro ragazzi che hanno raccontato le proprie testimonianze. Jacopo Gargano, 19enne di Roma ma studente di ingegneria al Politecnico, è stato un anno nel Maryland (Stati Uniti): "Ho visto da vicino cosa significa per gli abitanti vivere l’american dream. Lì a ognuno viene data un’opportunità, tutti valgono. In Italia i più deboli, invece, vengono emarginati. Ricordi belli anche per i fratelli Merli: Sofia, 19 anni di San Donato, ha fatto i bagagli ed è partita per l’Honduras. Oggi studia Filosofia a Milano, ma non esclude "la possibilità di partire ancora. La crisi lavorativa in Italia mi preoccupa parecchio. Spero che in questi anni la situazione migliori, altrimenti non avrò problemi a partire di nuovo". Anche il fratello di Sofia, Riccardo, ha cambiato aria, trascorrendo un anno in Norvegia: "La cosa più bella? L’aurora boreale - risponde -, ma anche la civiltà. Così vicini e così diversi da noi. Voglio partire ancora: per ora l’obiettivo è finire il liceo scientifico, poi chissà". Idee chiare, invece, per Giada Basset, 18enne di Sesto e futura psicologa: "Volevo vivere un’esperienza nuova, per questo sono andata in Repubblica Dominicana. Grazie a questo viaggio ho imparato cosa significa adattarsi, arrangiarsi, ma anche vivere a pieno i propri sogni, inseguirli. E non mollare mai".