Corsico, caccia ai padroni di cani incivili

La protesta dei cittadini monta e il Comune interviene con il profumo

Una donna a passeggio con i suoi cagnolini, munita di sacchetti e paletta

Una donna a passeggio con i suoi cagnolini, munita di sacchetti e paletta

Corsico (Milano), 28 marzo 2017 - "La colpa non è dei cani, ma della maleducazione dei loro padroni». È questa la frase che rimbalza per le vie della città e dei parchi cittadini quando si parla di un argomento che, da tabù, è diventato un tormentone: le cacche di cane. Sui marciapiedi, nelle aiuole o ancora nei parchi pubblici dove giocano i bambini: ormai, gli escrementi di cane non raccolti sono un problema comune a tutti. «La maleducazione della gente non ha limiti. Quelli che ci vanno di mezzo sono gli animali ma, in realtà, il problema è esclusivamente dei loro padroni - spiega Daria Garofali -. Sono loro che dovrebbero stare attenti ai comportamenti dei loro amici a quattro zampe. Invece, a volte, sono proprio loro a comportarsi come bestie». La prova è data proprio dalle telecamere di videosorveglianza del suo negozio, in via Garibaldi, che hanno ripreso scene da brivido.

«Mi auguro che vengano presi dei provvedimenti seri - prosegue - che alcune zone della città vengano dotate di più dei cestini e che si individui il metodo per pizzicare e segnalare chi non rispetta le norme del vivere civile». Ma oltre alle problematiche legate al decoro urbano, all’igiene e alla puzza, cacche e pipì si trasformano in un vero e proprio pericolo per le comunità. «Ogni mattina dobbiamo disinfettare saracinesche e colonne dalle pipì e dal resto lasciati davanti ai nostri negozi - spiega Sara Boeri -, non è giusto, oltre che poco igienico. Non capisco il menefreghismo di certe persone: la strada, i portici e i parchi sono di tutti e come tali andrebbero trattati con rispetto. A causa dell’erosione provocata dalle pipì è perfino crollato un palo della luce». «A volte sono costretta a chiudere la porta del bar per via della puzza - spiega Roberta Agnoletti - quando ce ne accorgiamo usciamo a redarguire i padroni ma non si può stare, sempre, con il fucile spianato, dobbiamo lavorare». Solitamente uomo, o comunque di medio-alta cultura: è questo l’identikit del padrone di cani che non raccoglie ciò che il suo fedele amico abbandona.

«Bisognerebbe istituire un numero di telefono presso ogni comune e mandare le segnalazioni in forma anonima - spiega Anna Corbani, responsabile degli uffici animali del sud Milano che, in media, conta per ogni realtà circa 2- 500 cani registrati all’anagrafe canina -. È una questione di educazione e quando questa manca, c’è poco da fare». «Per mettere un freno, almeno agli odori causati da questo fenomeno - ha detto il sindaco Filippo Errante - abbiamo trovato una soluzione tampone, un deodorante abbatti-odore che abbiamo spruzzato nelle aree in cui l’odore era particolarmente avvertito ma che, presto, diffonderemo ovunque». Si tratta di una sostanza - già sperimentata nei mercati con le bancarelle del pesce - che viene spruzzata nei luoghi in cui c’è forte puzza.