Corsico, esami finiti: è tempo di sogni e progetti

Da Medicina a Ingegneria, le scelte dei ragazzi del comprensivo

I ragazzi festeggiano il tanto sospirato diploma

I ragazzi festeggiano il tanto sospirato diploma

Corsico (Milano), 12 luglio 2017 - Hanno sogni da ingegneri, chirurghi e avvocati i ragazzi del comprensivo di Corsico che racchiude l’istituto tecnico Righi-Falcone e il liceo scientifico Vico. Sull’atrio della scuola sono sparsi per terra i tappi dello spumante, i bicchieri ancora appoggiati ai cestini.

Le tracce di chi si è chiuso la porta alle spalle per andare a bussare a quella delle università. Scuola deserta, sui banchi ci sono solo gli studenti, pochi, che stanno seguendo i corsi di recupero per settembre. Un silenzio irreale nei corridoi dove passano ogni giorno centinaia di ragazzi. Sulle pareti ci sono ancora i cartelloni con i voti di chi quest’anno ha affrontato la maturità. I voti alti sono tanti, per entrambi gli istituti. La vera sorpresa è sfatare il mito delle ragazze “secchione”: su sette 100 sul diploma, sei sono di ragazzi. Tra questi, c’è un fuoriclasse che ha conquistato anche la lode. È Marco Petrone del Vico. Nel suo cassetto c’è il sogno di dirigere una grande azienda, anche se ancora non sa di cosa. «Vedremo esame dopo esame, non faccio grandi progetti, per ora mi basta aver chiuso gli esami della maturità ed essere uscito bene. L’obiettivo è iscrivermi a Economia e poi prendere una seconda laurea in ingegneria». Tra i futuri dottori, invece, c’è Lorenzo Miccoli. Sta già preparando il test per entrare a Medicina, per indossare il camice da chiururgo: «Ma è un sogno, per ora pensiamo all’esame di ingresso, la mia prima scelta è per l’ospedale San Paolo, ma non escludo altre vie». Angela Iriti vuole diventare ingegnere biomedico. «Ho già fatto il test al Politecnico e l’ho passato. Il desiderio è di rimanere a lavorare in Italia, ma mio fratello è dovuto partire per la Spagna per trovare lavoro. Dice che non tornerebbe mai indietro».

Il futuro nel lavoro spaventa un po’ tutti questi ragazzi che hanno grandi sogni ma tante preoccupazioni. «Vedo amici in difficoltà a trovare un impiego - racconta Clelia Zucchelli -, per questo ho deciso di iscrivermi all’università, tentare di avere un pezzo di carta in mano, magari si aprono più porte. Il mondo del cinema e della televisione mi appasiona molto, so che le possibilità saranno poche ma tenterò lo stesso». Stessa determinazione per Claudia Cordara, beffata dal 99/100 vicino al suo nome nei cartelloni. «Ho preso il massimo all’orale, pure i punti di bonus, ma con gli scritti il punteggio arrivava solo a 99. Pazienza, avrò il ricordo di un punticino per tutta la vita», dice Claudia che per la tesina ha portato «gli acceleratori di particelle per curare i tumori. Mi iscrivo a Ingegneria biomedica: mi piace la medicina e la meccanica, spero di lavorare nella realizzazione di arti bionici e protesi. Se non trovo qua in Italia, dovrò emigrare. Mi dispiacerebbe, ma almeno posso realizzare il mio sogno». Determinata come Adriana Ventura, 20 anni. Per lei si aprono le porte dell’avvocatura. «Mi sono iscritta a Giurisprudenza, sono uscita con 93 da ragioneria, all’Istituto Falcone. Non mi spaventano gli anni di studio, è quello che voglio fare. E a chi mi dice rinuncia che tanto non c’è posto io rispondo: intanto provo. Chi lotta non perde mai».