Corsico, commercianti in rivolta: "Il coprifuoco uccide i nostri affari"

Scoppia la protesta dopo l'ordinanza del sindaco Errante che impone a bar e locali la chiusura alle 23.30

In estate i locali della città sono presi d’assalto

In estate i locali della città sono presi d’assalto

Corsico (Milano), 24 giugno 2017 - "Ma siamo sicuri che possa bastare chiudere i locali alle 23.30 per risolvere le cose?". Se lo chiede Valerio Luca Pallotta, mentre versa da bere al bancone del Bem Viver, in via Monti. Traversa direttamente collegata con la centrale via Cavour. Il locale chiude a mezzanotte e mezza, di solito. Fino a ora. Fino a quando entrerà in vigore l’ordinanza firmata dal sindaco Filippo Errante. Un documento che, in poche parole, obbliga pub, bar, birrerie e take away a chiudere la serranda alle 23.30. Troppo presto per chi vive grazie al lavoro serale. "Come facciamo a campare se tagliamo di un’ora il servizio? La sera è piena di ragazzi, di gente che giustamente non vuole andare fino a Milano per bere qualcosa in compagnia. Non è questa la soluzione al problema".

Il problema di cui parla il barista del Bem Viver, è il disturbo alla quiete pubblica. Il sindaco sostiene infatti che le lamentele per la presenza di troppi ubriachi in giro per la città siano numerose. Tanto da dover prendere provvedimenti. Niente più alcol da asporto dopo le 22, secondo l’ordinanza, e chiusura di alcune tipologie di locali entro le 23.30. Penalizzato dal provvedimento anche Nunzio Moschella che ha deciso, poco più che ventenne, di aprire un baretto, il Medusa, alla fine di via Cavour, di fianco alla chiesa. "Una posizione che mi sembrava strategica e infatti la gente c’è, si vede che i ragazzi hanno voglia di trovare un posto dove riunirsi la sera, soprattutto d’estate", spiega. Ma con il provvedimento, che partirà tra qualche giorno, dopo aver avvisato i commercianti, "ci tagliano le gambe. Sai cosa succede? La gente si porta da casa da bere e si mette comunque a far casino per strada. Già noi commercianti dobbiamo vedercela con la crisi e con la concorrenza. Così si creano paesi dormitori. Assurdo".

Coprifuoco dei locali assurdo anche per Damiano Ferrazzi, il Boccale dove lavora, un pub in via Vittorio Emanuele, di solito chiude alle 2. "Per colpa di pochi - dice Ferrazzi - ci rimettiamo tutti. Se c’è chi fa casino, venga punito. Bisogna circostanziare le zone, non si può penalizzare un intero territorio. Se chiudiamo alle 23.30, orario in cui di solito viene la gente, possiamo abbassare la serranda per sempre". A rischio chiusura anche il Boomerang Cafè, di fianco al parco Giorgella: "Facciamo serate, anche a tema, per offrire al territorio un’alternativa ai locali milanesi. Con l’ordinanza si rischia solo di far andare fuori da Corsico chi vuole uscire la sera - commenta Massimiliano Sanità -. Prima si parla di aggregare, di fare proposte, poi si impongono limitazioni. Ma poi, se ci hanno concesso le licenze per tenere aperto fino a tardi, adesso ce le revocano con questo nuovo provvedimento? Ingiusto".