Cesano Boscone, decapita il cane per non pagare il veterinario

"Non potevo pagare il veterinario". Denunciato dai carabinieri un 43enne per uccisione di animale. L'Enpa: "Ci costituiremo parte civile"

La cagnolina Maya è stata uccisa dal padrone

La cagnolina Maya è stata uccisa dal padrone

Cesano Boscone, 3 novembre 2016 - Ha decapitato il suo cane malato perché non poteva pagare il veterinario e ha tenuto con sé la testa, probabilmente in attesa che si scarnificasse per recuperare il microchip identificativo. Per questo un pregiudicato di 43 anni è stato indagato dai carabinieri per uccisione di animale. I militari sono intervenuti nel primo pomeriggio di mercoledì a Cesano Boscone su chiamata della moglie dell'uomo, che si è spaventata dopo averlo visto chiudersi in camera con la testa del cane e il coltello da cucina usato per la decapitazione. All'arrivo dei carabinieri l'uomo era visibilmente ubriaco, ma non ha opposto alcuna resistenza. La compagna ha spiegato che Maya, il cane che hanno accudito per 13 anni senza mai un episodio di violenza (circostanza confermata dagli accertamenti investigativi), era molto malata e per questo il veterinario ha suggerito la soppressione clinica per interrompere la sofferenza. Quando il marito ha saputo il costo dell'operazione, ha deciso di fare da sé. È tornato a casa e ha decapitato il cane: ha nascosto il corpo in auto per seppellirlo e ha tenuto la testa con l'intenzione di attendere la decomposizione e recuperare il chip. Dura la reazione di Ermanno Giudici, responsabile milanese dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa): "Un episodio gravissimo: al di là della pena che verrà comminata all'autore di questa uccisione, spero che quell'uomo venga sorvegliato affinché non riesca più a entrare in contatto con altri animali". Senza contare, sottolinea Giudici, che studi americani hanno dimostrato negli ultimi anni che coloro che maltrattano gli animali sono più inclini degli altri a fare il cosiddetto "salto di specie", cioè a prendersela pure con i loro simili; tanto che dal 2016 l'Fbi scheda e monitora i cittadini statunitensi che si rendono protagonisti di episodi di abusi e maltrattamenti su animali. In ogni caso, chiosa Giudici, "l'Enpa si costituirà parte civile al processo".