Vita da ambulanti a Buccinasco: "Sempre col sorriso"

Un giorno tra le bancarelle del mercato, tra app del meteo e tute da sci

Gli ambulanti del mercato di via Lomellina

Gli ambulanti del mercato di via Lomellina

Buccinasco (Milano), 20 luglio 2017 - Sono le 5 del mattino quando la sveglia di Francesca suona. È già ora di caricare il furgone con i vestiti e mettersi in strada verso la piazzola di sosta. Monta il banco, inizia la giornata. "Così da 30 anni – racconta Francesca Solano – con grandine o sole a 40 gradi".  La vita degli ambulanti è dura. "Le tasse ci uccidono. Da quando c’è l’euro è ancora più difficile. Concorrenza spietata, spese massacranti", spiega Emanuele Cabrini mentre riordina le tende. Dietro, ha il suo furgone. "Trentamila euro – inizia a elencare Cabrini –, solo di mezzo. Poi, merce, corrente, tassa rifiuti, plateatico", l’affitto dell’area. E qui entra in gioco un altro problema per gli ambulanti. Il costo della piazzola, quella che un tempo arrivava, per mercati milanesi importanti come Papiniano e Fauché, anche a 150mila euro. "Adesso non vale più nulla, con le nuove leggi che prevedono affitti giorno per giorno delle postazioni", chiarisce Solano, preoccupata per il futuro.

Una fregatura, secondo gli ambulanti, che ora più che mai vivono "alla giornata". Una categoria di lavoratori che si tramanda, come notai e farmacisti, «il banco». Per questo dietro ai tavoli spesso si trovano figli e nipoti, che seguono le orme dei più grandi. "Fare l’ambulante è un investimento non da poco – dice Mauro Banconi mentre sistema le pesche –. Vede quanto costano? Meno di un euro al chilo. Il prezzo lo tengo basso ma senta che profumo. Altro che supermercato". Ed è proprio la convenienza combinata con il prodotto buono che convince la gente ad avvicinarsi ai banchi. "Al mercato vado sempre. Il contatto con il venditore, il consiglio familiare. Dove lo trovi al centro commerciale? – si domanda Meri Paroni – Questo mercato in via Lomellina è sperimentale, ci sono ancora poche bancarelle. Eppure il quartiere è popolato: tante famiglie, molti anziani. Bisogna ampliare l’offerta". È il desiderio degli stessi ambulanti che stanno cercando di accelerare i tempi burocratici e quagliare un accordo tra associazione commercianti e Comune, disponibile a trovare un modo per aumentare le bancarelle. "Il mercato è una realtà troppo importante, non facciamola morire ma valorizziamola, siamo anche noi parte del commercio, quello più vicino alla gente, quello che scava nelle radici del popolare", prosegue Banconi che ci tiene a sottolineare che "Buccinasco è una piazza meravigliosa. Preferisco esporre qui e magari spendere di più per la piazzola di mercati milanesi. Bella gente, bell’ambiente. I banchi, qui, arriveranno".

Si fa l'una, iniziano a smontare. Ma la giornata è ancora lunga: "Ora si va dai fornitori, poi si carica per domani, poi dal commercialista. A casa si torna alle otto", spiega Cabrini. E il caldo uccide. "Ogni tanto ci buttiamo dentro al furgone refrigerato del formaggiaio". E d’inverno, si tirano fuori gli scarponi. "Tutti abbiamo le maglie termiche dei corridori. Appena arriva il freddo vero, quello che ti taglia la pelle, la nebbia che si attacca alla faccia, mettiamo la tutta da sci – raccontano –. La app preferita sul telefono è il meteo: sempre collegati".

Chi glielo fa fare? "Ce lo chiediamo tutti i giorni. Ma poi vediamo la gente contenta. E passa tutto".