Lenzuola al balcone contro le mafie, ma a Buccinasco vince l'indifferenza

Non attecchisce il gesto simbolico su cui aveva puntato tutto il consiglio comunale

Il lenzuolo appeso in via Nearco

Il lenzuolo appeso in via Nearco

Buccinasco (Milano), 29 maggio 2017 - Il 28 maggio doveva essere la giornata delle lenzuola appese ai balconi. In consiglio comunale, tutti erano d’accordo. Il sindaco Giambattista Maiorano (Pd) aveva già steso i teli bianchi venerdì mattina, per dare il buon esempio, per incoraggiare i cittadini a metterlo fuori dalle finestre. È stato proprio il sindaco a commentare con amarezza quei pochi lenzuoli esposti domenica, in una Buccinasco che aveva voglia di riscatto, che si voleva staccare con prepotenza di dosso l’etichetta di Platì del Nord, di covo della ‘ndrangheta. Un gesto simbolico, certo, quello di appendere un lenzuolo bianco, come segno di ribellione contro la mafia. Simbolico ma importante, avevano condiviso tutte le forze politiche. L’occasione per far vedere e farsi vedere unita contro la mafia, Buccinasco l’ha un po’ persa. Intere strade, quartieri, coi balconi vuoti. Poche decine i teli bianchi esposti. Nel quartiere Musicisti, qualcuno. Pochi a Romano Banco. Una decina in Fagnana. Praticamente nessuno a Villaggio Rovido. Coraggioso quello due civici indietro alla casa dei Papalia, in via Nearco.

"Tanta indifferenza. Bisognava schierarsi", ha commentato il sindaco domenica mattina in occasione della tappa a Buccinasco della biciclettata per la legalità, la MagnaLonga, mentre illustrava l’impegno e la voglia di fare qualcosa di concreto per dire no alla mafia. Una Buccinasco che dopo la scarcerazione del boss Rocco Papalia è piombata, in pieno periodo di campagna elettorale, in un clima di silenzio e preoccupazione. Dove l’indignazione di alcuni stava nell’interesse mediatico intorno al ritorno del boss e non nel pensiero di un vuoto di potere al vertice che poteva, con il potente Papalia a casa, tornare a riempirsi. Dove parlare di mafia è ancora tabù, in una parte di Buccinasco che pensa: non serve a nulla appendere il telo alla finestra.

E poi c’è una Buccinasco che, almeno, ci ha provato. Che quel lenzuolo bianco l’ha steso. Che ha detto: è solo un simbolo, ma poco è già qualcosa. Pochi quei teli bianchi, che si sono gonfiati al vento come vele delle barche. Quelle che navigano veloci, spinte dalle correnti. Una Buccinasco che quelle vele le vuole seguire, prendere altre rotte e cambiare.