Basiglio, tre giovani e una grande passione: "Così comunichiamo la solidarietà"

L'agenzia di Mattia, Simone e Lorenzo al fianco delle onlus

Simone Enrico Calzati, Mattia Belfio e Lorenzo Bagnara

Simone Enrico Calzati, Mattia Belfio e Lorenzo Bagnara

Basiglio (Milano), 1 novembre 2017 - Mattia Belfio, 24 anni, istruttore di hockey e pattinaggio e, nel tempo libero, comparsa in videoclip. È al secondo anno di Comunicazione e Media. Simone Enrico Calzati, 24 anni, a dicembre finisce il master in Comunicazione pubblica e sta svolgendo uno stage in una multinazionale. Lorenzo Bagnara, 21 anni, ha studiato Grafica pubblicitaria e continua su quella strada. I tre ragazzi hanno grandi speranze, e ne danno molte. È per questo che la loro agenzia di comunicazione l’hanno chiamata Hope (speranza, appunto). "Perché crediamo in un futuro migliore", sottolinea Mattia, mentre mostra il bigliettino da visita con disegnato un pappagallo, "perché è un animale che riesce ad apprendere parole e ripeterle. In qualche modo comunica anche lui".

Questi tre ragazzi vogliono fare questo nella vita: comunicare. Per farlo, hanno deciso di raccogliere più esperienza possibile e di farlo in un modo nobile: aiutando le onlus. "Abbiamo iniziato prendendo contatti con Admo Lombardia, l’associazione donatori midollo osseo", ricorda Mattia. "All'inizio erano un po’ scettici, poi li abbiamo convinti che era importante puntare sui social e su un nuovo modo, più fresco, di fare comunicazione, per far conoscere soprattutto ai giovani le attività dell’associazione". Scetticismo annullato in poco tempo, visto che i ragazzi sono riusciti a organizzare, lo scorso anno, un flashmob con oltre duecento persone. E non hanno più smesso di collaborare, con tante idee per la testa.

"Soprattutto contest, sempre con lo spirito di catturare l’attenzione dei giovani - prosegue Simone -. I classici banchetti informativi non colpiscono i ragazzi, ormai immersi nel mondo della rete". Quindi, si sono inventati dei contest in collaborazione con le università, dove il premio "è uno stage all’interno della onlus o una gift card, calcolando che le associazioni no profit hanno poche risorse". E fanno tutto gratis: "I nostri progetti non sono retribuiti: vogliamo farci conoscere e fare del bene. Uniamo due grandi obiettivi", sottolinea Lorenzo. Anche per il canile di San Donato i ragazzi hanno progettato una bella campagna di sensibilizzazione e tanti altri progetti sono in cantiere. Per esempio, "unire l’arte con l’importanza di Admo - spiega Mattia -: organizzeremo con l’Accademia di Brera un contest per far realizzare ai giovani artisti opere che parlano di leucemia e raccogliere fondi. La passione e la voglia di farcela non ci manca, così come la speranza. Ovviamente".