Inter, frusta Spalletti contro la sindrome Friuli

Il tecnico chiede più attenzione dopo il mezzo flop col Pordenone: "Sveglia, non c'è spazio per rifiatare"

Luciano Spalletti durante la partita col Pordenone

Luciano Spalletti durante la partita col Pordenone

Milano, 16 dicembre 2017 -  La capolista apre le danze. Sarà l'Inter a scendere in campo per prima, insieme all'Udinese, nella diciassettesima giornata di campionato. Una collocazione insolita, le 15 del sabato, in cui i nerazzurri quest'anno sono usciti vincitori dal confronto con il Crotone dopo una sfida molto complicata. Da quel 16 settembre sono passati tre mesi esatti e i nerazzurri, già allora ben lanciati ma ancora all'inizio del percorso, oggi sono una realtà che non si può ignorare nei discorsi di alta classifica. Eppure, complice una qualificazione stentata in Coppa Italia contro il volenteroso Pordenone, il primo argomento in conferenza stampa di Luciano Spalletti riguarda le impressioni negative che la squadra ha destato martedì sera. «Ci sono state delle difficoltà di gestione dovute alle mie scelte – dice il tecnico addossandosi le responsabilità per la partita contro i friulani – è chiaro che avendo cambiato tanti elementi anche solo nei singoli reparti ho creato ai calciatori delle difficoltà.

Quando ho impiegato Karamoh o Cancelo per mezz'ora, in una squadra in cui i giocatori già si conoscono tra loro, hanno dimostrato di poter far bene». Con l'avvicinarsi di gennaio, una prova come quella appena trascorsa alimenta discorsi sul mercato, in cui probabilmente servirà toccare soprattutto quelle seconde linee che ad oggi sembrano rendere la rosa meno profonda rispetto alla concorrenza e su questo Spalletti lancia un monito al club. «Secondo me finché non è chiaro quello che la società vuole fare a gennaio è utile stare in silenzio – dice – perché creeremmo problemi ai calciatori, ai tifosi e soprattutto ai risultati dell'Inter. Se volete vi dico che voglio Sergio Ramos, Iniesta e Sanchez, ma poi bisogna anche avere rispetto per quelli che sono ad Appiano Gentile e finora hanno portato questa squadra in testa alla classifica».

Iintento che dovranno provare a mantenere oggi, contro l'Udinese. Un tuffo nel passato per l'allenatore toscano. «Una squadra che ha tutte le qualità da mettere per riempire la partita – continua il tecnico – Ho lavorato con i Pozzo, so come scelgono i giocatori, guardando la struttura. Trovano calciatori che in Italia non si conoscono e poi diventano dei campioni, oggi vale lo stesso di quando c'ero io. E poi hanno Oddo, che è un bravo allenatore. Ci ho parlato quando ero interessato a dei ragazzi del Pescara, che lui ha avuto. È molto preparato, in futuro arriverà a una grande squadra».