Milano, 26 aprile 2012 . Eduardo De Crescenzo è come il Negroni Sbagliato (che io preferisco al classico). Però è giusto, se cerchi di acchiapparne l’anima, come fosse il fantasma di quell’Eduardo, che teneva pure famiglia. Se vuoi degustare le «Essenze» e questo Jazztour strabiliante per voce fisarmonica e quintetto jazz, che Franz Cattini, manager à penser, fa virare verso il contemporaneo con un violoncellista e compositore geniale, Lamberto Curtoni.

Il resto è il meglio della scena italiana, con i sax di Daniele Scannapieco, il pianoforte del direttore musicale Stefano Sabatini, il contrabbasso di Enzo Pietropaoli, la batteria di Marcello Di Leonardo. Li abbiamo visti e ascoltati martedì notte al Blue Note, poi saranno il 4 maggio a Roma, alla Casa del Jazz e l’11 giugno al Teatro San Carlo di Napoli, verso l’esaurito. Premessa. «Sentivo il bisogno di ripulire tutto, di tornare all’essenza, di sentire sul palco il talento al servizio dell’emozione e nulla più. Qualunque cosa dovesse arrivare in futuro nella mia musica partirà da qui. Da un’idea di libertà e reciproco ascolto che coincide con l’improvvisazione del jazz».

Bello e intenso è il concerto con Eduardo, fragile e chirurgico nel modulare una melodia che a volte è una ferita aperta, altrove una lancia nel costato dei luoghi comuni pop. Cappellino nero, intimo e smilzo, Eduardo gioca con la tastiera della fisarmonica che è la coperta di Linus di una voce che saliscende zigzagando fra il sentimento e la razionalità della parola, sogno e passione. Le canzoni entrano ed escono dalla banda larga delle armonizzazioni jazz, che fanno bella la musica, imprendibile la melodia e raro il fascino di una voce timida e pura.

«Ho cominciato a suonare prima di parlare - racconta -. A tre anni. Facevo “Luna Rossa” perché le liriche le ha scritte il fratello di mio padre, Vincenzo. Ho una stanzetta insonorizzata a casa, compongo con fisa e voce. Vorrei che questo tour diventasse un album con qualche inedito». In scaletta, «Quando l’amore se ne va», «Foglia di the», «Il racconto della sera», «Dove c’è il mare». «Amico che voli». E «Ancora», «Mani», «L’odore del mare». Da vedere.

di Marco Mangiarotti