Milano, 10 novembre 2011 - Ci pensano gli amici di Enzo Iacchetti con l’album che vuole raccogliere fondi per una diga nel Kenya. Presentato al Blue Note, l’album di inediti ha ospitato Mina, Baglioni, Dalla, Ruggeri, Vecchioni, Maria De Filippi, Covatta, Meneguzzi, L’Aura, Silvia Olari e Madback, Gino e Dino, la Cesira. Sono otto canzoni per sostenere il progetto dell’Amref.

«Qualcosa di reale - spiega Iacchetti -, che siamo in grado di farvi vedere nello stato attuale di attuazione. I lavori sono iniziati ad aprile e noi abbiamo già anticipato 60mila euro. La zona è quella di Bamba, non lontano dalle zone turistiche e dal mare. L’invaso dovrà, a regime, raccogliere l’acqua piovana per servire cisterne e pozzi quattro villaggi e 2600 persone. Grazie al terreno argilloso, basterà scavare il bacino, che con le prime piogge comincerà a riempirsi, evitando anche 15-20 chilometri al giorno per trasportare il fabbisogno giornaliero di acqua. Tutto è stato costruito e verrà gestito dagli abitanti dei villaggi con la supervisione del personale Amref».

 

Poi c'è un  progetto artistico di Enzino, che ha scritto gli inediti e invitato gli amici. «Un lavoro di due anni, realizzato con l’aiuto di tutti. Non mi aspettavo che Mina, Baglioni, Dalla, Ruggeri accettassero subito, senza neanche sentire prima «Buon Natale». Con Roberto Vecchioni c’è un’antica amicizia, lui ha casa in Kenya, era diverso. Ma gli altri mi hanno commosso».

E il risultato gonfia il cuore (come l’ultimo acuto di Mina). Continua. «Ho pensato a Maria De Filippi, che legge l’articolo primo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo in «Buon anno ai diritti umani», per arrivare anche al suo pubblico. Di Giovatta è il rap in «Aqua». I giovani che subito hanno risposto, Paolo Meneguzzi, L’Aura, Silvia Olari e il duo di rapper torinesi Madback, hanno cantato in «Vorrei qualcosa in più». «Il natale dei cabarettisti di Parma» coinvolge due sgangherati di Parma, Gino e Dino. Un po’ jannacciana». Sublime il duetto con Giorgio Gaber di «Vorrei qualcosa in più».  «Abbiamo la stessa tonalità - confessa - mi è piaciuto proprio: non l’ho cantata male».  Autore di garbo, cantautore mancato, Iacchetti merita il nostro contributo per la sete africana.