Giovanni Allevi: "Così ho trovato il mio Equilibrium sull’isola deserta"

Il musicista si esibirà mercoledì 15 novembre al Dal Verme

Giovanni Allevi

Giovanni Allevi

Milano, 14 novembre 2017 - Secona stella a destra… Dove sia la misteriosa isola dell’Atlantico dove Giovanni Allevi giura di aver trovato l’equilibrio necessario a comporre il Concerto per pianoforte e orchestra che presenta in prima europea domani sera al Teatro Dal Verme nessuno lo sa. Eppure lui giura che si trova proprio lì, sulla linea dell’orizzonte in cui prende suono e forma il nuovo album, intitolato proprio “Equilibrium”. “Due anni fa, allacciandomi una scarpa, mi sono reso conto che non riuscivo a stare su un piede solo; mi mancava stabilità fisica, ma pure alimentare, di relazioni, perfino artistica - racconta il compositore marchigiano, 48 anni - così ho sentito il bisogno di ritrovare me stesso volandomene in mezzo al nulla. Unico contatto col mondo un cellulare di vecchia generazione riservato esclusivamente alle chiamate familiari”.

Cos’è accaduto?

«Corsa ed esercizi mi hanno restituito quello che avevo smarrito, consentendomi di ricominciare a scrivere. Intanto, per una di quelle casualità che danno senso alla vita, a New York un giovane studente della Brooklyn Academy lasciava involontariamente sul leggio lo spartito di “Go with the flow”, una mia composizione…».

E che accadeva?

«Accadeva che il suo maestro di pianoforte, incuriosito da quella dimenticanza, leggeva le note, s’innamorava della mia musica, e mi chiedeva una composizione. Lui è Jeffrey Biegel, pianista scoperto da Leonard Bernstein che fra le collaborazioni ne vanta una pure con Keith Emerson. Questo concerto per pianoforte e orchestra l’ho scritto per lui chiedendogli pure d’inciderlo personalmente nella seconda parte “Equilibrium”. Biegel sarà al Dal Verme per eseguire la mia composizione assieme all’Orchestra Sinfonica Italiana e io potrò finalmente godermela, visto che in estate ho dovuto rinunciare alla première allo SkyPac di Bowling Green, nel Kentucky, a causa del distacco della retina».

Ma suonerà?

«Certo. Nella seconda parte mi siederò al pianoforte per eseguire il resto di “Equilibrium” con accompagnamento d’archi”.

Un nuovo Allevi, quindi?

«Già sull’isola m’ero posto il dilemma se fosse realmente necessario ritrovare una stabilità o, piuttosto, non valesse la pena restare scombinati, visto che, in fin dei conti, il meglio di me l’ho sempre dato quando mi sono sbilanciato. Alla fine ho concluso che il concetto d’equilibrio che ho in testa è uno stato dinamico, non una pace trovata. Un equilibrio (in)stabile».

Il prossimo passo?

«La sinfonia. Da compositore ho il dovere morale di scandagliare tutte le forme classiche per eccellenza».