Tutti cantano se c’è Gabbani (e il Karma): concerto al Carroponte

Rimandato al 4 luglio il concerto di Brescia, giovedì 29 giugno serata travolgente a Sesto San Giovanni

Francesco  Gabbani con le sue canzoni al Carroponte per l’estate

Francesco Gabbani con le sue canzoni al Carroponte per l’estate

Milano, 28 giugno 2017 - Nubi irregolari con forti temporali anche grandinigeni. L’ “e-state” di Francesco Gabbani si trova a fare i conti i capricci di quel meteo che ha consigliato la soppressione dello show bresciano di questa sera in Piazza della Loggia e il suo spostamento al 4 luglio. Più clemente il bollettino per la serata di domani al Carroponte di Sesto San Giovanni, dove nubi irregolari e il rischio solo di “possibili” temporali isolati rendono la prospettiva molto meno cupe, lasciando briglia sciolta ai ricchi dal look ascetico e ai budda in fila indiana delle sue hit. L’idea dello show è quella di fare un “upgrading” del fenomeno “Occidentali’s karma” per raccontare l’interprete e il musicista nascosti dietro al trionfatore del Festival di Sanremo e scimmia. Restituito, come promesso, il primate alla giungla, il musicista carrarese si presenta al Carroponte con uno show muscoloso e disinvolto, pescando a piene mani dagli ultimi due album, senza tralasciare una parentesi romantica al piano imperniata su pezzi della sua primissima (e misconosciuta) fatica discografica “Greitist Iz” quali “Immenso” e “I dischi non suonano”. In scena pure il fratello Filippo Gabbani alla batteria, Lorenzo Bertelloni alle tastiere, Giacomo Spagnoli al basso e Davide Cipollini alla chitarra. “E’ un live molto suonato” spiega Gabbani. “Un concerto che abbina il mio lato più rock’n’roll a quello da performer. Mi muovo e suono molto. L’atmosfera ha il graffio del rock”

A Sanremo come all’Eurovision la messa in scena era molto colorata.

"Già, ma in questo spettacolo il connotato di colore è dato dalle luci. Dalla mia volontà di mettermi al centro della musica tralasciando il contorno; lo definirei un concerto votato alla naturalezza espressiva musicale".

È la prima volta senza scimmia.

"Calcando i palchi da prima dell’arrivo della scimmia, mi piace pensare che è stata lei a salire sul palco per ballare con me e non il contrario".

Nel repertorio dello show “Magellano” trova spazio per intero.

"Sì, assolutamente. Ma Sanremo m’ha dato una gran visibilità che vorrei sfruttare per far conoscere canzoni di valore, o almeno così penso, passate finora sottotraccia".

Ci sono pure un paio di tributi.

"A Celentano e a Jannacci, grandissimi interpreti di mondi in cui mi ritrovo".

Con la vittoria di Sanremo e la partecipazione all’Eurovision avrebbe potuto tentare la via dei palasport. E invece ha preferito locali, parchi, piazze e anfiteatri.

"Cerco di proseguire la mia strada realisticamente con l’intenzione di fare i palasport solo il giorno in cui potrò realisticamente permettermelo. Non come accade a volte che si sceglie quella cornice per poi riempirla nei modi più rocamboleschi con la speranza di fare notizia".

É la logica del mondo musicale così com’è concepito oggi. Vedi i talent della tv.

"Non ho nulla contro i talent, ma hanno un problema: far passare l’idea che, per fare musica, devi essere prima famoso. Il mio percorso è stato esattamente l’opposto”.

A proposito di Eurovision, ha qualche rimpianto?

"Sbarcato a Kiev con i pronostici dalla mia parte, dopo una fortunatissima esperienza sanremese in cui m’ero ritrovato ad essere l’outsider che batte la super favorita, sarei stato un ingenuo a credere più di tanto nella vittoria. Le giurie, infatti, trovano spesso scontato votare il favorito. L’esperienza è stata comunque positiva, perché m’ha dato la possibilità di far ascoltare la mia musica ad un pubblico molto più internazionale di quello avuto finora".