«Noi la spending review l’abbiamo già fatta Vogliamo gestirci da soli»

L’assessore Mario Mantovani attacca la Lorenzin: "I suoi auspici sono realtà in Lombardia già da un paio di anni" di Stefania Consenti

Mario Mantovani (NewPress)

Mario Mantovani (NewPress)

Milano, 28 luglio 2015 - «Noi siamo già avanti, gli auspici del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per rendere più efficiente la sanità e produrre risparmi per 10 miliardi, in Lombardia sono realtà da un paio di anni».

Mario Mantovani, assessore regionale alla Sanità (Forza Italia), vicepresidente della giunta Maroni, si spieghi meglio... «Voglio dire che la chiusura dei punti nascita, una maggiore appropriatezza nelle prescrizioni, più cure sul territorio e meno negli ospedali, gli acquisti attraverso la centrale unica Arca, le abbiamo già fatte. Non abbiamo bisogno di ulteriori razionalizzazioni, semmai vorremmo evitare indiscriminati tagli lineari».

Il ministro ha assicurato che non ce ne saranno, si tenteranno altre strade. «I fatti finora hanno sempre smentito il ministro. Nonostante un accordo sottoscritto lo scorso anno, sono arrivati puntuali i tagli lineari. Ci sono state sottratte risorse importanti, circa 350 milioni. Noi crediamo nella parola della Lorenzin e speriamo che riesca a far valere le sue buone ragioni nella sede opportuna, altrimenti...»

Altrimenti cosa? «Ennesimi tagli lineari vedranno la nostra più ferma opposizione come Regione Lombardia. Spero non si voglia ancora andare a colpire una Regione virtuosa (la cui eccellenza in sanità è stata perfino riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità) che ha i bilanci in ordine da oltre dieci anni».

Cosa chiedete a Roma? «Non regole e indicazioni, per noi già superate, ma sollecitiamo più libertà, più autonomia e più risorse per poter continuare il nostro cammino di crescita e sviluppo. Noi vorremmo poter gestire da soli le risorse, invece di andare a mendicare ogni anno qualche milione in più. Non restare attaccati a questo fondo nazionale e al riparto. E l’anno prossimo, finalmente, vareremo il primo referendum con il voto elettronico».

La Lombardia sarà pure virtuosa ma una minima spending review si potrà fare. «No, guardi, le ripeto, noi abbiamo applicato i costi standard e quindi diamo agli ospedali le risorse necessarie in base all’appropriatezza delle prescrizioni e ai risparmi che vengono effettuati. Questi sono i principi che ispirano la nostra azione. Più gli ospedali li rispettano, più soldi hanno da poter investire nella ricerca e sulle strutture».

E gli acquisti? «Non vengono fatti a caso. Come le dicevo, abbiamo una centrale acquisti che si chiama Arca e che provvede a comprare il necessario per gli ospedali, dal vaccino sino ai macchinari super sofisticati. Poi è chiaro che, facciamo un esempio, un macchinario come l’acceleratore lineare che costa otto milioni di euro non può trovarsi in tutti gli ospedali. In ogni caso, si acquista in base alla qualità, non affidandosi al caso nè alle scelte dei singoli».

In questi giorni in Lombardia si sta discutendo della riforma sanitaria che dovrebbe mandare in pensione quella targata Formigoni. Sono previsti ulteriori risparmi? «Intanto le dico che già così la sanità lombarda rispetto al Pil costa il 5% contro mediamente un 7% nazionale. Con la riforma di sicuro avremo meno poltrone e quindi più risparmi. E maggiori cure integrate fra ospedale e territorio con particolare attenzione alle cronicità. Stiamo riconvertendo anche i piccoli nosocomi che diventeranno ospedali di territorio, Calcinate, Bollate. Infine mi lasci dire una cosa... siamo davvero precursori nell’innovazione e nel cambiamento in Lombardia».