Memo Camp: la vacanza per ragazzi tra studio, giochi e laboratori creativi

Un'idea alternativa per trascorrere un periodo di vacanza durante i mesi estivi. Ideatore del format didattico Matteo Salvo, International Master of Memory

Memo Camp

Memo Camp

Milano, 31 maggio 2016 - La scuola è agli sgoccioli: tra meno di due settimane tutti (a parte chi ha gli esami da affrontare) andranno in vacanza. E così, ecco libri e quaderni pronti a impolverarsi o ad impilarsi in qualche scaffale. Per evitare di perdere l'allenamento allo studio, qualche genitore sceglie di mandare il proprio figlio a ripetizioni anche durante l'estate. Ma quanto vale questo mercato? secondo i dati diramati da Fondazione Einaudi, risulta esserci un giro d'affari vicino al miliardo di euro.  Eppure per raggiungere i risultati desiderati senza mettere a rischio il portafoglio dei genitori basterebbe il giusto metodo di studio. Ma qual’è la formula più efficace per uno studio a prova di ripetizioni? Quali sono le tecniche di memoria per mettere il turbo all’apprendimento?

Matteo Salvo, International Master of Memory, ideatore del format didattico dei primi Memo Camp d’Italia e autore del libro “Studiare è un gioco da ragazzi”, edito da Gribaudo IF – Idee Editoriali Feltrinelli, spiega che i Memo Camp sono corsi di alta formazione per bambini e ragazzi ideati con l’obiettivo di migliorare la qualità e l’efficacia dello studio. E sono un'idea alternativa per trascorrere un periodo di vacanza durante i mesi estivi. I partecipanti potranno ottimizzare i propri risultati e i tempi di apprendimento attraverso l’utilizzo delle tecniche di memoria, imparando anche a comunicare in modo efficace alla cattedra. Ma non solo: nel corso della settimana, uno studente su tre (28%) svolge i compiti delle vacanze con le tecniche appena imparate. A completare il percorso formativo dei Camp anche i laboratori di arte e scienze completano il percorso formativo. “La differenza fra lo studio efficace e lo studio efficiente è la stessa che passa fra il rullo e la matita per verniciare le pareti di una stanza”, ha raccontato il campione di memoria Matteo Salvo che ha proseguito: “Per questo l’obiettivo dei miei corsi di alta formazione per gli under 18 è trasferire le metodologie e le tecniche di memoria per potenziare lo studio, comprese le mappe mentali e le tecniche di visualizzazione, che faranno la differenza non solo nelle pagelle, ma lungo tutto l’intero ciclo di studi ed in in età adulta”.

Mappe mentaliLe tecniche di memoria sono dei metodi scientifici studiati per potenziare la capacità della mente di  immagazzinare le informazioni nella nostra memoria a lungo termine. Ecco quali sono le più utilizzate e come funzionano. Per prima cosa ci sono le mappe mentali: disegni creativi, colorati, che nascono dall’esigenza di tradurre concetti e informazioni complessi in immagini facilmente visualizzabili e memorizzabili. Si tratta di strutture ad albero, tracciate utilizzando la stessa logica di funzionamento del cervello, che compie associazioni visive e salti logici, ed è per questo che facilitano l’apprendimento. Poi, la regola del P.A.V. (Paradosso, Azione, Vivido): abbina il ricordo ad un patrimonio emotivo “speciale”, inconsueto, multisensoriale, che esce fuori dall’ordinario ed é quindi facile da rievocare mentalmente. Facendo leva sul paradosso, questa regola aiuta a memorizzare anche i dati più complessi. E ancora, i loci ciceroniani: sono una vera e propria libreria mentale, che possiamo creare sfruttando la potenza della memoria visiva per abbinare le immagini a sequenze di numeri o elenchi lunghissimi di informazioni quali ad esempio l’esatta sequenza delle ossa del corpo umano piuttosto che i fiumi  d’Europa ricordandoli in ordine di lunghezza. Le parole più complesse e astratte andranno divise in immagini concrete, che verranno associate nell’ordine in cui compaiono. E infine la conversione fonetica per trasformare i numeri in immagini: è sicuramente il metodo più efficace per ricordare Pin, codici di accesso, sequenze di numeri. Consiste nell’associare ad ogni numero un certo tipo di suono ed è importante pronunciare solo il suono e non il nome della lettera. Ogni cifra va abbinata ad un tipo di suono. In questo modo, a seconda del numero che dobbiamo memorizzare, possiamo combinare i suoni corrispondenti ad ogni singola cifra e creare una parola che abbia un’immagine. Per il numero 312, ad esempio, potrebbe essere “mattone, mattino”, ma anche “Modena” o “Modugno”. Sarà molto più semplice ricordare queste immagini che non il numero, in quanto il numero è un'entità astratta priva di immagine.

L’edizione 2016 dei Memo Camp ha messo a segno un balzo del 57% nel numero di allievi. Ma la conferma più importante dell’entusiasmo dei piccoli studenti che hanno frequentato le lezioni arriva dai risultati delle pagelle sui MemoKids Camp. Se il 53% dei “Memo Kids” assegna il massimo dei voti alle lezioni, una stragrande maggioranza (86%) degli allievi premia con un 9 il percorso formativo sotto la guida di Matteo Salvo.