L'emergenza immigrati e la nostra autonomia

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Milano, 16 luglio 2017 - Gentile presidente, la situazione dei clandestini è sempre più insopportabile. Si tratta di giovanotti pieni di forze che stanno attaccati ai telefonini tutto il giorno e basta. Vengono sfamati, gli viene dato un tetto e, oltretutto, mi risulta venga loro conosciuto una certa somma di denaro giornaliera per le piccole spese Ma è mai possibile che noi cittadini che paghiamo le tasse, che per mangiare lavoriamo, dobbiamo assistere impotenti a una situazione così? Caro Maroni, almeno a livello regionale veda di dare un segnale forte.  Lorenzo Tomasi, Sondrio Caro Lorenzo, rispondo volentieri alla sua lettera perché mi dà modo di sottolineare come con il referendum del 22 di ottobre si potrà ottenere dallo Stato anche deleghe soprattutto in materia di sicurezza urbana, che aiuteranno la Regione e i Comuni a gestire questo problema. Ed è per questo che è importante andare a votare «Sì» all’appuntamento elettorale. Come sa, io sono convito che comunque il governo dovrebbe fermare gli sbarchi e aiutare i clandestini a casa loro. Purtroppo a Roma si continua a commettere l’errore madornale di non voler dichiarare, per questioni di natura politica, lo stato d’emergenza; questo consentirebbe comunque alle Regioni di mettere in campo la Protezione civile per aiutare i profughi. Qualcuno , in questi giorni, ha riproposto quello che feci io quando ero Ministro dell’Interno: dare visti temporanei a coloro che arrivano. All’epoca questo sistema funzionò e potrebbe funzionare ancora. Ci sono  però un paio di condizioni senza le quali non è realizzabile. La prima è la dichiarazione dello stato di emergenza che, come visto, il governo non vuole fare. La seconda era che tutti quelli che avevano il permesso di soggiorno provvisorio fossero stati identificati, perchè ciò consentiva agli altri Paesi di poter fare le verifiche se li avessero intercettati. Siccome la maggior parte di quelli che arrivano oggi non sono identificati, ma vengono semplicemente sparsi per il territorio e poi si vedrà, la vedo dura. Inviate le vostre domande a: chiediloamaroni@ilgiorno.it