Chilly Gonzales e il suo pop totale

Canadese, pianista, rapper, compositore elettrico

Chilly Gonzales

Chilly Gonzales

Milano, 10 novembre 2017 - Al Conservatorio, in attesa del suo Gonzervatory. Chilly Gonzales, stella estemporanea di JazzMi ci farà capire stasera alle 21 la sua potente sintesi pop, fra Gershwin e Satie, anche se l’intuizione fu di Liberace (lui suona in vestaglia di seta e pantofole su misura). Forse. Pianista virtuoso, entertainer, compositore affascinante, produttore, rapper, saggista, umanista. Ha trionfato nel 2017 a Book City, ritorna per JazzMi , il musicista canadese Jason Beck, alias Chilly Gonzales, per sole due date (l’altra è domani all’Auditorium Parco della Musica di Roma). Osannato da The Guardian (“musicista abbagliante che, in un modo unico, riesce a comprendere e spiegare perfettamente i misteri del pianoforte”), eseguirà un programma originale con gli archi del Kaiser Quartett. “Gonzo”, dicono di lui, ama Satie e Scarlatti, Eminem e Vado, vince Grammy con i Daft Punk, ascolta gli Smiths e il jazz più complesso, Lionel Richie e i Bee Gees.

È un mixologist di musica totale, dalla classica al rap, un Mark Rothko del pentagramma. Un “romantico ridotto” che ha collaborato con i Daft Punk (Grammy Award nel 2013), Drake, Peaches, Feist, Jane Birkin, Charles Asznavour e moltissimi altri. Ha registrato “Solo Piano II” (2012), per AllMusic “un album dalla bellezza disarmante”, ha scritto “Re-Introduction Etudes” (2014), pezzi facili per pianoforte, coprodotto “Octave Minds” (2014) con Boyz Noize, “Chambers” (2015) con i Kaiser Quartett. Originale, cinematografico, “no genere”. Perfetto per il “pop non pop” di oggi. Marco Mangiarotti