Venerdì 19 Aprile 2024

Alice, Battiato, Fresu Una voce da camera e piccole meraviglie

L’album «Weekend» ritornerà «live» di Marco Mangiarotti

La cantante Alice

La cantante Alice

Milano, 8 gennaio 2015 - Non è paese per piccole meraviglie. A meno che non ci provi Alice, a due anni da «Samsara». In fondo l’ultimo album «Weekend» è un viaggio onirico fra le canzoni dell’anima di una cantante e dei suoi amici e collaboratori più stretti. Qualcosa di più dei «preferiti» di un’artista, perché queste dieci tracce ci restituiscono mondi paralleli al nostro pop. E recuperarlo, al di là del suo ritorno dal vivo in tre eventi a primavera, è doveroso e dolce. Aspettando il 23 marzo a Roma nella Sala Petrassi, il 29 a Firenze al Teatro Puccini, l’8 aprile a Milano al Teatro Nuovo. Questo lavoro che sarebbe stato impossibile senza la partecipazione di Franco Battiato e Paolo Fresu. Luca Carboni duetta con lei nel cameo di «Da lontano», esempio della composizione contemporanea e pop di Alice e del suo storico alter ego, Francesco Messina. Dove la tromba jazz non jazz di Fresu è un controcanto elegante e calzante. Francesco Messina produce, come sempre, con Marco Guarnerio. Battiato si riconosce nelle schegge di elettronica pop con «Veleni» e «La realtà non esiste». Pino Pinaxa Pischetola è la longa manus delle modulazioni del suono.

La band è reale, filosofica e virtuale, con le ritmiche programmate da Pino, le chitarre e il basso di Marco, i synth di Francesco, i pianoforti di Franco e Carlo Guaitoli. Un atto d’amore, «anche perché è stato per lo più registrato durante i fine settimana di quasi un anno intero». Dal vivo la accompagnano Marco Guarnerio e Osvaldo Di Dio. Atmosfere lontanissime, quelle di «Weekend », con un tranfert dagli anni ’70 e ’80, che interferiscono con cose più serie del nostro Novecento. «Tante belle cose» di Francoise Hardy con il testo italiano di Battiato e il soffio melodico di Fresu. «Veleni » di Franco Battiato e Manlio Sgalambro, è una citazione interna di suoni e pensiero condivisi. Il ricordo di Claudio Rocchi abbraccia «L’umana nostalgia», che lei aveva diviso con Claudio nel 1994, e «La realtà non esiste», con Franco. Versione che va oltre l’arrangiamento dell’album di Franco con Antony. «Aspettando Mezzanotte» è un esempio del minimalismo poetico e di Alice, « Un po’ d’aria» è firmato da Luca Urbani dei Soerba. «Viali di Solitudine» è un classico di Messina con Liverani e lei lo ha scelto «per il semplice piacere di reinterpretarlo». I suoi ascolti foresti ci portano « Christmas » di Paul Buchanan dei The Blue Nile, songwriter e band ingiustamente dimenticati. «Qualcuno pronuncia il mio nome» figlia della collaborazione con Mino Di Martino. Lavoro di struggente ed estetica bellezza, come la voce di Alice. Lunga lista di ringraziamenti, anche ad Enzo Gentile, che l’ha invitata nella sua curiosa e competente rassegna milanese.