Pet therapy, cani e gatti anche per le vittime di bullismo e cyberbullismo

La pet therapy, fiore all’occhiello della Casa pediatrica del Fatebenefratelli, sarà allargata anche al Centro disagio adolescenziale e a chi subisce angherie dai compagni di classe e non solo

L'onorevole Brambilla racconta il progetto di pet therapy (Newpress)

L'onorevole Brambilla racconta il progetto di pet therapy (Newpress)

Milano, 15 aprile 2016 - Cani e gatti anche per le vittime di bullismo e cyberbullismo. La pet therapy, fiore all’occhiello della Casa pediatrica del Fatebenefratelli, sarà allargata anche al Centro disagio adolescenziale e a chi subisce angherie dai compagni di classe e non solo. Lo sottolinea Luca Bernardo, il direttore della struttura stessa che ieri ha comunicato i risultati della prima fase di questo innovativo progetto, promosso dall’onlus Frieda’s Friend grazie all’iniziativa dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Grazie a questo progetto, negli ultimi sei mesi, 300 piccoli degenti hanno potuto condividere ogni mercoledì e giovedì mattina in ospedale insieme a quattrozampe (e operatori della onlus).

Ai quali presto si aggiungerà un pony – Cesare – addestrato per stare in spazi chiusi come quello pediatrico di corso di Porta Nuova. Il primo equino a fare ingresso in un ospedale. Da ultimo bambini e ragazzini possono convivere con i pet di casa, secondo orari prestabiliti. Come Lidia (ndr nome di fantasia), da due mesi sul lettino di ospedale con a fianco – in giorni prestabiliti – la sua “braccoide” Indya. O Susanna dimessa dopo aver vissuto la degenza insieme ai suoi gattini. Tornando ai 300 bambini ospiti della Casa, uno studio osservazionale ha permesso di rilevare come «il contatto e l’interazione con gli animali domestici generino benessere e migliorino la qualità della vita delle persone, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico», ha affermato l’onorevole Brambilla, che ha depositato una proposta di legge per definire figure professionali, standard e procedure della pet therapy. «Nei momenti di maggiore stress – assicura Bernardo – per esempio durante un prelievi o prima di una visita, i bambini accompagnati dai cani terapeuti reagiscono meglio. Lo vediamo da parametri comportamentali e clinici, quali sudorazione, temperatura, battito cardiaco rilevati in presenza o in assenza degli amici a quattro zampe». Infine Mario Colombo, presidente di Frida’s Friends ricorda che «tutti i cani coinvolti nella pet therapy sono “recuperati”, con alle spalle storie di abbandono, randagismo o maltrattamenti, ed è bello pensare che siano oggi in grado di recuperare a loro volta bambini con problemi psicofisici anche gravi».

di LU.SA.