Violenza sulle donne: a Sondrio un’intesa per dire "no"

Nel 2015 sono stati già 45 i casi presi in carico nei centri di assistenza alle donne

L’incontro  sulla violenza  di genere  in Comune (Nat.P.)

L’incontro sulla violenza di genere in Comune (Nat.P.)

Sondrio 24 giugno 2016 - Di certo il fenomeno della violenza contro le donne in provincia di Sondrio avrebbe assunto proporzioni di gran lunga superiori senza la sinergica azione della Rete antiviolenza (costituita dal Comune di Sondrio, Cm Alta Valtellina, Valchiavenna, Morbegno e Tirano, Provincia di Sondrio, Consigliera di Parità, Ufficio scolastico territoriale, Questura, Comando dei Carabinieri, Ordine degli avvocati, Ast della Montagna e Asst della Valtellina e dell’Alto Lario, Associazione telefono donna di Lecco, Centro Rita Tonoli, Cooperativa lotta contro l’emarginazione, Movimento donne Confartigianato, Aps Metafamiglia, Soroptimist club) che ieri ha firmato un protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise, finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza sulle donne.

E si tratta comunque di numeri importanti con almeno 45 donne «in carico» presso i centri territoriali nel 2015 e una crescita esponenziale con interventi triplicati dal 2014, mentre nel 2016 già si contano almeno 10 casi, e nel centro di Ardenno ci sono stati almeno 100 accessi. Una situazione esplosiva per il sommerso. «Un’intesa che intende dare risposte rapide e incisive a chi vive il dramma della violenza soprattutto domestica», ha esordito Luca Verri, dirigente dell’Ufficio di Piano del Comune di Sondrio. «Uscire dalla logica del silenzio dando voce al disagio attraverso uno sportello cittadino», ha aggiunto il sindaco Alcide Molteni. «Piena condivisione per un protocollo che punta sulla rapidità e l’efficacia degli interventi, partendo dall’ascolto», ha dichiarato il prefetto Giuseppe Mario Scalia.

«Un'intesa che evidenzia la capacità di collaborare in sinergia per reprimere questo fenomeno», ha dichiarato Carlo Bartelli, dirigente della Squadra Mobile. È toccato poi al pm Luisa Russo evidenziare il lavoro importante della Procura su questo tema. Maria Beatrice Stasi, dirigente dell’Ats della Montagna, ha detto che «c’è bisogno di sensori in Valle per la prevenzione quello che è un problema di tutti».

«Al dramma della violenza, spesso si associa quello della solitudine a cui sfuggire trovando validi interlocutori», ha spiegato il presidente della Provincia Luca Della Bitta. «Un’occasione per uscire dal sistema ospedaliero», ha aggiunto Giuseppina Panizzoli, direttore generale Asst della Valtellina e dell’alto Lario, mentre il dirigente scolastico provinciale, Nicola Montrone, ha confermato l’impegno della scuola nell’educazione alla non violenza e alla prevenzione, non solo attraverso enunciazioni di principio, ma con concrete azioni e la formazione di «sentinelle» attente sul territorio, pronte ad intervenire ed indirizzare in modo giusto in caso di bisogno.