Grosotto, il sangue di Veronica sui pantaloni di Emanuele: la svolta grazie agli esami biologici

Il ragazzo è accusato dell'omicidio di Veronica Balsamo e del tentato omicidio di Gianmario Lucchini, 35 anni, chierichetto

Veronica balsamo, trovata morta ai piedi di un dirupo

Veronica balsamo, trovata morta ai piedi di un dirupo

Sondrio, 3 ottobre 2014 - Dagli esami biologici una conferma: sui pantaloni di Emanuele sono state trovate tracce del sangue di Veronica mentre sul cacciavite ci sarebbe sia il sangue del chierichetto Gianmario Lucchini che, appunto, quello di Emanuele. Sembra aggravarsi sempre più insomma la posizione del fidanzatino della cameriera di Grosotto. Inizialmente, nei giorni successivi al ritrovamento del corpo di Veronica Balsamo, in Procura erano stati aperti due fascicoli distinti per la morte di lei e il ferimento di Gianmario Lucchini, il 35enne chierichetto di Grosotto (Sondrio), raggiunto da diversi colpi di cacciavite.

L'uomo, la cui casa si trovava lungo l'itinerario percorso dal giovane arrestato in auto quella notte, era stato colpito all'emitorace e a una tempia. Un ferimento avvenuto a breve distanza nello spazio e nel tempo dal luogo del ritrovamento del cadavere, che da subito aveva insospettito i carabinieri del Nucleo investigativo di Sondrio. Analogamente, le ferite trovate sul cadavere della ragazza, secondo gli anatomo-patologi, non erano compatibili con una breve caduta nel dirupo, un salto terminato dopo circa due-tre metri. Alla fine gli esami biologici si sono saldati al castello indiziario.

L'ACCUSA DI OMICIDIO AGGRAVATO - Le accuse della Procura di Sondrio nei confronti del ragazzo sono di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall'aver agito in luoghi e circostanze tali da ostacolare la difesa della vittima, occultamento di cadavere, tentato omicidio e furti. Per i carabinieri del comando provinciale di Sondrio non fu un incidente, ma un delitto. La svolta nell'inchiesta del procuratore facente funzioni Elvira Antonelli e del sostituto Giacomo Puricelli è arrivata dopo che, nelle ultime ore, sono giunti a palazzo di giustizia i risultati completi della prima autopsia e degli esami condotti in laboratorio dal genetista di Milano, Marzio Capra, e dei carabinieri del Ris di Parma. I carabinieri del Nucleo investigativo di Sondrio hanno prelevato Casula nella sua abitazione e, in tarda serata, l'hanno condotto in carcere. C'era il timore che potesse fuggire nella vicina Svizzera, in quanto aveva saputo, tramite il suo avvocato Francesco Romualdi di Sondrio, l'esito delle perizie che lo inchiodavano.