Giallo sulla morte di Veronica, furto di pastiglie in farmacia prima dell’incontro amoroso

Sarebbe stato il fidanzato della giovane a rubare una scatola di medicinali la mattina di sabato dalla farmacia del paese. Il furto aveva destato l’attenzione degli inquirenti, che sono ora arrivati a collegarlo con Casula e quindi con la morte della ragazza di Susanna Zambon

Veronica Balsamo

Veronica Balsamo

di Susanna Zambon

Grosotto (Sondrio), 3 settembre 2014 - I tasselli del puzzle stanno cominciando ad incastrarsi. Il quadro è ancora piuttosto confuso, ma inizia a prendere una forma. La morte di Veronica Balsamo, la cameriera 23enne trovata senza vita in un dirupo poco lontano dalla chiesa di Roncale a Grosotto, è collegata ad almeno uno degli altri due fatti misteriosi che hanno caratterizzato la notte maledetta nel piccolo paese valtellinese, la notte di sabato 23 agosto. Sarebbe stato il fidanzato della giovane, Emanuele Casula, apprendista saldatore di 18 anni, a rubare una scatola di medicinali la mattina di sabato dalla farmacia del paese. Il furto di farmaci aveva destato l’attenzione degli inquirenti, che sono ora arrivati a collegarlo con Casula e quindi, per forza di cose, con la morte della ragazza. Sarebbe stato lui (il condizionale, comunque, è ancora d’obbligo) a rubare prima l’auto di un ferramenta del posto e poi i medicinali, ritrovati proprio sull’auto solo il giorno successivo. Di che farmaci si trattasse, però, e se tutti siano stati ritrovati sulla vettura o ne mancasse qualcuno, non è ancora dato sapere.

Fatto sta che ora le indagini coordinate dalla Procura di Sondrio e condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale si stanno concentrando proprio sulla possibile assunzione da parte di Emanuele e Veronica di sostanze particolari. Per avere le risposte, però, ci vorranno circa tre settimane, quando arriveranno gli esiti degli esami svolti dal tossicologo. Un altro aspetto sembra ormai accertato: Veronica sarebbe morta proprio lì, in fondo al dirupo dove è stato trovato il suo corpo, gli inquirenti ne sono convinti. È probabile, quindi, che la cameriera 23enne sia caduta scendendo dal Suv con cui lei e Emanuele erano giunti nella zona della chiesa di Roncale, forse per appartarsi. Lui, poi, fuggì con l’auto, nonostante non abbia la patente, ribaltandosi con la vettura e scappando a piedi senza attendere i soccorsi. Era sotto choc (forse proprio per l’assunzione di farmaci?), e lo è ancora: ha rilasciato alcune dichiarazioni ai carabinieri, anche di recente, ma tutte ancora molto confuse. Restano ancora da sciogliere, però, alcuni nodi. Innanzitutto sulla morte di Veronica: è scivolata o si è trattato di un omicidio, colposo o volontario? E ancora: il ritrovamento di un 36enne del paese in coma nella sua casa, colpito alla testa da un cacciavite, è collegato alla morte della ragazza? Non resta che aspettare che tutti i nodi vengano finalmente al pettine.

susanna.zambon@ilgiorno.net