Vendemmia, la produzione segna meno 40%

Produzione di vino in calo in Valtellina a causa del maltempo e di un bruco che ha attaccato i vigneti di Camilla Martina

IMPRENDITORI Il gruppo dei vigneron valtellinesi. Al centro il numero uno  del Consorzio tutela vini di Valtellina Mamete Prevostini, cantina a Mese e Postalesio. È tempo di bilanci per i produttori di vino Nebbiolo della provincia

IMPRENDITORI Il gruppo dei vigneron valtellinesi. Al centro il numero uno del Consorzio tutela vini di Valtellina Mamete Prevostini, cantina a Mese e Postalesio. È tempo di bilanci per i produttori di vino Nebbiolo della provincia

Mese, 22 novembre 2014 - Poca ma buona: il binomio sintetizza perfettamente le caratteristiche della vendemmia 2014. Il calo notevole sul fronte quantitativo, con oltre il 40% in meno rispetto alla vendemmia dello scorso, è stato determinato da un massiccio attacco di nottua, bruco che si nutre delle gemme per poi trasformarsi in farfalla, che ha colpito la quasi totalità dei vigneti, nelle prime fasi del germogliamento. In primavera, una lesione alle gemme, pur limitata che sia, ne compromette la vitalità futura. Oltre a questo, come più volte sottolineato, la stagione eccezionalmente piovosa ha creato molti problemi di carattere parassitario che hanno necessitato trattamenti (che, chiaramente, non si sono potuti effettuare nelle giornate di pioggia).

Sul fronte della qualità il Consorzio tutela vini (il sodalizio è guidato da Mamete Prevostini) rimarca l’importanza del connubio vitigno-territorio–uomo. Il Nebbiolo di Valtellina, di per sé a maturazione tardiva, ha dato prova quest’anno di grande resistenza, e altrettanto aiuto lo hanno dato il territorio e i terreni sabbiosi del versante retico con la loro grande capacità drenante. L’esposizione e la buona ventilazione che caratterizzano i vigneti valtellinesi hanno evitato ristagni d’umidità che in altre aree vitivinicole, sono stati devastanti. I viticoltori hanno fatto i resto, dando prova di maturità. Con interventi tempestivi e faticosi, senza risparmiarsi, hanno selezionato a più riprese le uve, consentendo di ottenere vini di buona freschezza, certamente più giocati sulla finezza olfattiva e sull’eleganza che sulla struttura. In generale, sono stati premiati i viticoltori che non hanno avuto premura di raccogliere le uve.