I punti vendita valtellinesi: «Boicottiamo i semi olandesi»

Le reazioni alla proposta del presidente del Consorzio agrario di bloccare gli ordini dopo i danni provocati dagli ultrà del Feyenoord a Roma

MERCATO Il valore di bulbi, semi e patate ordinati in Olanda dai quattro punti vendita valtellinesi è di circa 20mila euro

MERCATO Il valore di bulbi, semi e patate ordinati in Olanda dai quattro punti vendita valtellinesi è di circa 20mila euro

Sondrio, 25 febbraio 2015 - Stop a semi, bulbi e patate dall’Olanda. A farsi promotore dell’operazione di boicottaggio, segno tangibile di protesta dopo gli episodi di inciviltà provocati dagli ultrà del Feyenoord che giovedì, in occasione della partita di Europa League, hanno danneggiato Roma, è il Consorzio agrario di Como, Lecco e Sondrio cui fanno capo anche quattro punti vendita in provincia. A promuovere lo stop agli ordini è stato il presidente del Consorzio agrario di Como, Lecco e Sondrio, Alberto Pagani, che ha annunciato la volontà di bloccare gli acquisti in Olanda come segno di protesta per i danni provocati dagli ultrà del Feyenoord nella capitale italiana.

Sul totale di circa 150mila euro di acquisti bloccati (in bulbi, sementi e tuberi), circa 20mila euro confluiscano in Valle, tra le sedi di Chiavenna, Morbegno, Montagna in Valtellina e Tirano. «Noi saremo su 5-6000 euro, soprattutto sementi di indiscussa qualità, ma credo che il gesto sia giusto» dichiara Marco Lucchetta, titolare, insieme a Emanuele Maffina, del punto vendita di Montagna, che ancora non aveva avuto comunicazione ufficiale dalla sede centrale dell’iniziativa. «Immagino che riguarderà i prossimi ordini - conclude - dato che questi, ormai, sono stati fatti».

«Qualcuno doveva pur fare qualcosa, non è possibile che la passino liscia», commenta Arturo  Bondioni, punto vendita di Morbegno del Consorzio che, partito da Como, da più 30 anni ha esteso il raggio d’azione in Valtellina.

Meno convinto è Benito Marchesi, dell’agenzia di Tirano. «Per le patate privilegiamo le danesi, dall’Olanda arriva solo un piccolo quantitativo, quelle più precoci - spiega -. Tra tutte le quattro agenzie saremo interessati per un 20mila euro di prodotto che non andrà a incidere particolarmente a livello di costi qualora si cambiasse fornitore. Anche perché la patata che arriva dall’estero è leggermente più cara, quella italiana, semmai, aveva avuto in passato qualche problema sanitario».

In valle, quindi, non dovrebbero esserci grandi ripercussioni. «Se il presidente ha deciso così avrà le sue buone ragioni - prosegue- ma io ne avrei fatto a meno. Un gesto simbolico andava fatto, semmai, a livello sportivo. A livello agricolo poteva essere efficace se la massa critica fosse stata più consistente rispetto a quella di un Consorzio piccolo come il nostro».