Bim e politica aiutino lo sci

I valtellinesi sono coscienti delle difficoltà economico-finanziarie in cui si dibattono molti impianti di risalita, traino del turismo invernale

Mario Cotelli, esperto di turismo

Mario Cotelli, esperto di turismo

I valtellinesi sono coscienti delle difficoltà economico-finanziarie in cui si dibattono molti impianti di risalita, traino del turismo invernale. Impianti prossimi al default significano crisi per la località, impossibilità di nuovi investimenti, dequalificazione dei servizi, perdita di immagine, ricadute negative, con rischio chiusura non solo della ski area, ma soprattutto di hotel, attività commerciali, etc. Per questo il Pubblico è oggi chiamato ad intervenire anche in Valtellina. Nessuno scandalo. Così fan tutte le regioni concorrenti. La Val d’Aosta ed il Friuli hanno regionalizzato gli impianti, Trentino ed Alto Adige hanno contribuito a fondo perso alla loro realizzazione e continuano a sostenerli anche nella gestione. Il Piemonte si è assunta gli oneri per l’innevamento artificiale. Ed i nostri in Regione? Promettono l’ autonomia della Valtellina, commissionano studi ah hoc, fanno capire che i soldi pubblici per gli impianti della nostra provincia ci sono, ma poi non succede niente.

La Valtellina registra oltre il 75% delle presenze turistiche montane invernali della Lombardia, ma le altre Province la surclassano in termini di “ski aree”: Artavaggio, Piani d’Erna, Piani delle Betulle, Piani di Bobbio nel Lecchese, Foppolo,ove qualche giorno fa un impianto è stato bruciato, Carona, San Simone, Piazzatorre in Val Brembana, Selvino, Gromo, Lizzola, Presolana, Monte Pora, Colere, Schilpario,in Val Seriana, Borno, Maniva, Collio, Monte Campione, Ponte di Legno etc nel bresciano. Ski aree con strutture, in molti casi, ancor più obsolete e con una situazione finanziaria peggiore delle valtellinesi. Ski aree con pochissimi Hotel, salvo Ponte, vere e proprie “giostre” sulla neve, limitate ad una domanda pendolare di prossimità, nessuna ricaduta sul tessuto economico del comprensorio perchè senza posti letto da affittare. Purtroppo con un peso politico ( LC- BG-BS) nettamente superiore a quello di Sondrio. La Regione non ha i soldi per tutti, così prende tempo. Quando invece dovrebbe ripartire le eventuali risorse in funzione non del peso politico di una zona , ma dell’ «indice di turisticità» di una località misurata dalla presenze alberghiere quindi dal Pil e dai posti di lavoro generati grazie agli impianti. Meglio se i contributi regionali, purtroppo non sufficienti, fossero integrati dal Bim, Cosa aspetta la Presidente del Bim a prendere l’iniziativa considerato che la Regione e Provincia stanno adottando la politica dello struzzo?