Coldiretti boccia Consorzio sul boicottaggio all’Olanda. «Servono nuove filiere»

Dopo le devastazioni da parte dei tifosi nella capitale e lo sdegno in tutta Italia

 Il direttore di Coldiretti Sondrio, dottor Andrea Repossini, con sulla destra il presidente della stessa categoria produttiva di agricoltori di Valtellina e Valchiavenna, Alberto Marsetti. Il vertice ha una posizione chiara sul «caso-Olanda» (foto National Press)SONDRIO, COLDIRETTI, PRESENTAZIONE UN GIORNO DA ALLEVATORE, DA SX FABIO BOTTONI, FABIO FANCOLI, REPOSSINI ANDREA, ALBERTO MARSETTI - (NATIONAL PRESS/ORLANDI)

Il direttore di Coldiretti Sondrio, dottor Andrea Repossini, con sulla destra il presidente della stessa categoria produttiva di agricoltori di Valtellina e Valchiavenna, Alberto Marsetti. Il vertice ha una posizione chiara sul «caso-Olanda» (foto National Press)SONDRIO, COLDIRETTI, PRESENTAZIONE UN GIORNO DA ALLEVATORE, DA SX FABIO BOTTONI, FABIO FANCOLI, REPOSSINI ANDREA, ALBERTO MARSETTI - (NATIONAL PRESS/ORLANDI)

Sondrio 27 febbraio 2015 - «Invece di boicottare, sarebbe bello lanciare un messaggio costruttivo: avviare nuove filiere, quella dei fiori, ad esempio. Oppure, dare impulso a quella delle patate, che già nelle zone montane valtellinesi regala soddisfazioni. Creare al posto che distruggere, aprirsi al posto che chiudersi».

Coldiretti Sondrio, per bocca del suo direttore Andrea Repossini, boccia l’operazione di boicottaggio, segno tangibile di protesta dopo gli episodi di inciviltà a Roma firmati ultrà del Feyenoord, promossa dal Consorzio agrario di Como, Lecco e Sondrio, cui fanno capo anche 4 punti vendita in provincia (Morbegno, Montagna, Tirano, Chiavenna).

«Pur condividendone lo spirito come cittadino – prosegue – credo che, come categoria, il nostro compito debba essere di altro tipo: propositivo. Una linea e uno spirito che dovrebbero emergere chiari in tutti gli ambiti, sport in primis. Non a noi ma alla politica va il compito di occuparsi della situazione incresciosa che si è creata nella Capitale». Che sia responsabilità e onere d’altri farsi carico di quanto accaduto e delle dirette conseguenze è opinione diffusa anche tra i nostri lettori. «Secondo voi questo è il modo per risolvere i problemi? puniamo i tifosi che hanno devastato Roma non ordinando più i tulipani dall’Olanda? Solito modo di fare all’italiana», scrive Geox, su ilgiorno.it. Sembra fargli eco Maximilian: «Cosa c’entrano i fioristi olandesi con quello che è accaduto a Roma per colpa di tifosi violenti e irrispettosi? Vediamo di non innescare comportamenti sciocchi. I danni li pagano coloro che li hanno fatti, visto che sono stati identificati, l’Olanda deve garantire questo».

Della stessa idea Trilly: «Perché dovrebbero perdere guadagni i fioristi olandesi? Se ci sono persone maleducate che non rispettano niente e nessuno, che sono state identificate». Per Erika, invece, «anche se non è direttamente colpa dei fioristi, non è neppure colpa nostra», quindi, «è giusto boicottare la vendita dei tulipani. Noi protestiamo e pretendiamo risarcimenti dall’Olanda. Ecco, che facciano sentire la loro voce anche le persone che vivono lì. Non possono passarla liscia». «La Lombardia boicotta l’Olanda dopo i danni a Roma degli ultrà - commenta infine Carlo C. -. Per questo, solo semi e bulbi dall’Italia. Bene ottima protesta e un segnale forte sarebbe ancora più incisivo se la protesta fosse nazionale».