«Nessun reato», sarcofago restituito a sondriese dopo oltre due anni

Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il dissequestro del sarcofago egizio sequestrato ad Attilio Nobile

Attilio Nobile

Attilio Nobile

Sondrio, 27 febbraio 2015 - Il Giudice per le indagini preliminari, Carlo Camnasio, in accoglienza alla richiesta degli avvocati Chiara Scarì e Francesco Romualdi, ha disposto il dissequestro del sarcofago egizio sequestrato al sondriese Attilio Nobile l’1 dicembre 2012 dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine condotta con la Squadra Mobile su un’organizzazione transnazionale dedita all’emissione di fatture false, evasione fiscale, riciclaggio a capo della quale, secondo gli investigatori, ci sarebbe stato il traonese Fernando Ronchi, sottoposto a una lunga detenzione preventiva e, di recente, colpito dal provvedimento di sicurezza dell’obbligo di dimora per 3 anni a Traona (ma non ancora esecutivo perchè non è stato possibile notificarglielo).

Il gip ha ritenuto, nel respingere l’opposizione della Procura, di procedere alla restituzione perchè «non sussiste il nesso di pertinenzialità tra il manufatto in sequestro e i reati per cui si procede», rilevando altresì la validità della documentazione prodotta dalla difesa, «in particolare l’attestazione di vendita del manufatto effettuata da tale Augusto Nencini al Nobile il 21 marzo 2002».

Il giudice, inoltre, osserva come «non appaiono oggettivamente configurabili, neppure sotto il profilo del fumus, i reati ipotizzati dalla pubblica accusa, che, peraltro, in relazione alla data di ricezione del bene da parte di Nobile, risulterebbero ormai prescritti». E pensare che, per un caso del genere, la giustizia valtellinese ha speso non poche risorse ed energie umane, mobilitando periti, effettuando una rogatoria alla Spagna, interpellando il Ministero dei beni culturali, incaricando la GdF di accertamenti.