Poste, due uffici a rischio chiusura

Tagli a Madonna di Tirano e alla stazione ferroviaria di Cosio.I sindacati: "Siamo solo all'inizio di un piano quinquennale" di Eleonora Magro

Un ufficio postale

Un ufficio postale

Sondrio, 5 febbraio 2015 – Non sembrano esse4rci molti spazi di manovra ma si chiede l’intervento della Provincia di Sondrio per scongiurare il ridimensionamento e la chiusura di alcuni uffici postali sparsi sul territorio. Secondo il piano previsto da Poste Italiane per il 2015, in Valtellina chiuderanno definitivamente gli uffici di Madonna di Tirano e di Cosio stazione. Per altri quattro, invece, diminuiranno i giorni di apertura: Dazio passerà da 3 a 2 giorni; Lovero da 6 a 3; Cataeggio da 6 a 4 e Torre di Santa Maria da 6 a 3 giorni di apertura.

«Siamo solo all’inizio di un piano quinquennale predisposto dall’azienda Poste Italiane a livello nazionale e che in Lombardia prevede la chiusura di 65 uffici e il dimezzamento dei giorni di apertura di altri 120 - spiega Antonio Rizzo, della Slp Cisl di Sondrio -. Vengono penalizzati i territori periferici e la clientela anziana. Il metodo usato per disporre le chiusure non si allinea alla realtà del territorio montano che geograficamente è ben diverso rispetto alla città. In questi giorni abbiamo organizzato assemblee con i dipendenti, che saranno ricollocati in altri uffici. In base agli esiti delle assemblee potremo aprire un conflitto sindacale arrivando allo sciopero degli straordinari e quindi allo sciopero generale».

«Oggi pomeriggio ho incontrato la direttrice di Sondrio delle Poste ed è parsa inevitabile la chiusura dell’ufficio di Cosio stazione (che avverrà indicativamente a metà aprile). Ciò che mi rammarica è il modus operandi: non c’è stato nessun coinvolgimento e ho appreso la notizia della chiusura dell’ufficio sul mio Comune dai giornali - spiega Alan Vaninetti, sindaco di Cosio Valtellino -. Mi rammarico poi per il disservizio causato ai miei cittadini: l’ufficio, già limitato con solo 3 giorni a settimana di apertura, è comunque un punto importante soprattutto per le fasce deboli della popolazione come gli anziani che ora dovranno spostarsi a Regoledo. Non siamo in città con mezzi pubblici ad ogni ora. Mi appello alla Provincia affinché riesca a interloquire con Poste per fare un passaggio e cercare di trovare una soluzione».

Da Poste Italiane Italiane spiegano invece che «la riorganizzazione garantisce l’accesso della clientela al servizio universale coprendo ben il 96% dei Comuni italiani e, più in particolare, l’87% dei Comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti, con livelli di servizio superiori agli standard fissati dal contratto di programma e dalle norme in materia». «Il personale degli uffici postali inclusi nel piano di rimodulazione verrà opportunamente collocato in altre sedi del medesimo ambito territoriale, assumendo compiti in coerenza con le proprie competenze. Per i dipendenti ricollocati saranno inoltre studiati specifici programmi di formazione e valorizzazione, mantenendo inalterato il numero dei posti di lavoro», conclude la nota delle Poste.