Ponte in Valtellina, ecco le prime mele Rockit nel tubo

Il frutto è offerto in un contenitore tutto nuovo. Parla il presidente Melavì, Quagelli

Le nuove mele

Le nuove mele

Ponte in Valtellina, 4 ottobre 2015 -  Alla loro prima raccolta in Valle, è quasi un debutto ufficiale per le mele Rockit, new entry di casa Melavì. Frutto dalla polpa dolce e compatta, ha dimensioni ridotte (tra i 50 e i 60 mm) che lo rendono ideale per uno snack, grazie anche al confezionamento in comodi tubi. «Dopo aver conseguito la licenza di produzione per Italia, Spagna e Svizzera e la licenza di commercializzazione in questi Paesi più la Russia , - ricorda il presidente Melavì Gian Luigi Quagelli - due anni fa abbiamo iniziato a mettere a dimora i primi alberi, in totale si parla di circa 25 mila piante e, quest'anno, abbiamo dato corso al primo raccolto. La qualità è buona: gusto dolce, compattezza, bel colore aranciato. Da dicembre avvieremo la commercializzazione«. Gli 8000 cubi che metteranno in commercio serviranno a testare la reazione del mercato, prova che è stata già fatta con una Gdo neozelandese e che ha dato riscontri positivi. Anche in fiera a Mosca, dove Melavì si è recata recentemente, la piccola Rockit ha incassato ottimi feedback degli operatori. Tutti segnali che fanno ben sperare per un lavoro che è solo all'inizio.

«Continueremo a mettere a dimora piante, nel 2016 saranno circa 50mila>, prosegue Quagelli, precisando che, per avere una produzione numericamente interessante per il mercato, si dovrà aspettare il 2016-2017. «Le Rockit - aggiunge- sono diventate il nostro biglietto da visita, una novità che, in un mercato così competitivo, non possono che essere benviste. Vanno a integrare e rendere più appetibile il portafoglio, non a sostituire le varietà esistenti>.

La raccolta è quasi conclusa anche per queste ultime. «Abbiamo messo in cassetta 120mila quintali, meno della metà del totale - continua- La pezzatura è buona così come il colore, quello delle rosse soprattutto. Il caldo estivo ha influito, ma non ha creato i danni che ci si aspettava. Sui quantitativi, pensiamo di arrivare a circa 250mila quintali, leggermente al di sotto della media. La stima vale sia a livello locale, sia nazionale e c'è da sperare contribuisca ad aumentare un po' di prezzo«. Quagelli ha qualcosa da sottolineare in merito all'annosa questione dei margini: «Non è pensabile che si vada al supermercato a comprare le mele a 99 centesimi. Con questo prezzo ai produttori andranno 20 centesimi, al di sotto dei costi lavorazione di ben 10-12 centesimi>.

Come si muove Melavì per cercare di aiutare il comparto? «Non è semplice perché i volumi sono alti, ma cerchiamo di capire meglio i mercati esteri. Ragionando su nuovi e più remunerativi sbocchi. Oggi come oggi non ci si può fermare al locale, che assorbe solo il 10% della produzione, e nemmeno, quasi, al nazionale. Bisogna guardare oltre. L'anno passato, ad esempio, abbiamo esportato il 40% delle mele>.