Sondrio, elezioni provinciali. Borromini soddisfatto: "La maggioranza ci ha scelto"

"Quasi il 49% dei consiglieri ha votato per la nostra lista, contro l’11% della lista 2 e il 39% della lista 1. Questi sono i numeri del consenso nei confronti della nostra lista"

Christian Borromini (N.P.)

Christian Borromini (N.P.)

Sondrio, 22 novembre 2016 - E' stato il segretario provinciale della Lega Nord, Christian Borromini, ad accumulare il maggior numero di voti nel corso delle elezioni del nuovo Consiglio provinciale che ha chiamato alle urne gli amministratori di Valtellina e Valchiavenna lo scorso sabato. 

«Non un’accozzaglia di nomi uniti dall’ambizione - commenta Borromini - bensì un gruppo che si riconosce tutto, dal primo all’ultimo candidato, nelle idee del centrodestra che, alla vigilia del referendum, si riassumono nel ‘no’ all’accentramento di competenze a Roma e allo scippo dei soldi delle nostre acque. Su queste convinzioni abbiamo ribadito il sostegno al presidente Luca Della Bitta. Così ci siamo presentati agli oltre 800 elettori e la maggioranza ci ha scelto. Il voto ponderato, un’altra delle trovate assurde della legge Delrio, che assegna diversa dignità ai consiglieri comunali, nasconde il risultato vero di queste elezioni: quasi il 49% dei consiglieri ha votato per la nostra lista, contro l’11% della lista 2 e il 39% della lista 1. Questi sono i numeri del consenso nei confronti della nostra lista».

«Chi attacca la Lega Nord all’indomani delle elezioni provinciali lo fa, ancora una volta, per nascondere la divisione netta all’interno del suo partito, il Pd: in una lista, insieme ai Popolari retici, quelli schierati con Renzi messi insieme da Del Barba, nell’altra i non renziani. Ciò che è evidente in ambito nazionale lo è ancora di più in provincia di Sondrio in cui il Pd non è stato in grado di formare una sola lista. E questi vorrebbero unire gli amministratori di tutta la valle? Siamo su ‘Scherzi a parte’?»

«Chi invece era per l’autonomia, ma non lo è più, chi al referendum voterà probabilmente ‘ni’ per non scontentare gli alleati, i Popolari retici, anteponendo le ambizioni personali alla coerenza, ha scelto di farsi guidare da Del Barba, mettendosi in lista con i renziani del Pd che aderiscono al movimento civico, che civico non è, di In Comune - conclude -. Un applauso alla forza delle idee dei Retici che si è piegata davanti a una poltrona: dal movimento fondato da un fiero autonomista, coerente con la sua storia e le sue idee, il senatore Tarabini, ci si aspettava ben altro. Chissà che cosa ne pensano gli iscritti storici di questa virata verso la deriva centralista della riforma costituzionale…»