Pizzoccheri eliminati dalle scuole di Sondrio. Il Comune: «Non siamo contro la tradizione»

L’assessore all'Istruzione Marina Cotelli: scelta figlia dell’indice di gradimento. A maggio si riunisce la Commissione mensa

L'assessore Marina Cotelli

L'assessore Marina Cotelli

Sondrio, 25 aprile 2015 - Continua a tenere banco il caso dei pizzoccheri eliminati dai menu delle mense scolastiche di Sondrio a seguito di una petizione dei genitori che risale ormai a due anni fa. L’argomento sarà trattato a maggio nel corso della riunione, già programmata da tempo e non convocata per trattare la questione, della Commissione mensa scolastica, costituita da rappresentanti dei genitori, degli insegnanti, del Comune di Sondrio, dell’Asl provinciale e dell’azienda che gestisce il servizio.

In quella sede furono tolti pizzoccheri e polenta all’epoca della raccolta firma e nella stessa sede ora potrà essere presa in considerazione la possibilità di reintrodurli. La polemica è nata dopo la presentazione di un’interpellanza del consigliere comunale Andrea Massera, che chiedeva alla Giunta di fare quanto in suo potere per rimettere i piatti rtipici della tradizione valtellinese nei menu scolastici.

«Trovo piuttosto assurdo che a distanza di due anni venga sollevata questa polemica - afferma l’assessore all’Istruzione, Marina Cotelli -. Non si è trattato di una battaglia contro pizzoccheri e polenta, tant’è vero che sono stati eliminati anche orzo e farro dai menu delle mense. Si tratta, in tutti i quattro casi, di piatti che non risultavano graditi a molti bambini, tanto che poi rimanevano praticamente a digiuno trattandosi di piatti unici. Così la Commissione mensa, che valuta l’indice di gradimento dei piatti, ha deciso di escluderli. Anche se, in realtà, ogni tanto vengono ancora serviti: una volta al mese infatti vengono proposti nelle scuole menu tipici del territorio, e tra le pietanze ci sono anche i pizzoccheri».

Non si tratta, però, del piatto la cui ricetta è difesa dall’Accademia del Pizzocchero di Teglio. Ovviamente, infatti, anche quando veniva proposto più regolarmente agli alunni il piatto veniva realizzato seguendo le linee guida della Regione, ossia senza burro, sale e pepe. Forse anche per questo non era così gradito ai bambini dai 3 ai 10 anni che fruiscono del servizio mensa. La questione, comunque, verrà appunto trattata tra poche settimane dalla Commissione, che potrà decidere se rivedere la scelta presa due anni or sono o se, invece, mantenere tutto com’è.