Sondrio, gli orticoltori sul piede di guerra

I proprietari: "Vogliono renderci la vita impossibile"

Un'immagine d'archivio di orticoltore

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Sondrio, 20 luglio 2016 - Il consiglio comunale di Sondrio venerdì sarà chiamato ad approvare il Regolamento per l’utilizzo di aree private nelle zone di fondovalle a scopo orticolo. Si parla degli orti a sud della via Gianoli e fino alla tangenziale, già in passato al centro di polemiche. E i proprietari, che hanno preso visione del regolamento, sono già sul piede di guerra. «Vogliono renderci la vita impossibile, probabilmente con lo scopo di acquisire i nostri terreni – affermano -. Siamo d’accordo che vanno sistemati, soprattutto le “baracche“ che vi sono costruite, ma non con queste imposizioni troppo rigide, davvero difficili da seguire». Regolamento alla mano, facciamo qualche esempio. «Le recinzioni – si legge al punto 7 – saranno realizzabili unicamente in rete metallica plastificata di colore verde, a maglia rettangolare 50 per 250 millimetri, con paletti metallici a «T» dello stesso colore oppure con pali in castagno, con altezza complessiva massima di 1,5 metri».

Prescrizioni precise e rigide, e i proprietari non ci stanno. «E se abbiamo appena cambiato la rete metallica verde con maglie romboidali dobbiamo sostituirla? E se i pali non sono di legno di castagno? Sono regole assurde». E ancora, stando al regolamento in fase di approvazione, i terreni devono essere coltivati ad orti e non utilizzati per il ricovero di animali, domestici e non, anche di piccola taglia. «Si parla tanto degli animali di affezione, che oggi possono entrare anche in ospedale, e vogliono farci spostare i nostri cani, tenuti bene, non alla catena, con tutto lo spazio per correre ed essere felici, e le quattro galline e conigli che mangiano dalle nostre mani e ci seguono come cagnolini fidati». Sarà consentita l’installazione, anche collettiva, di un bagno chimico e/o di un pozzo per l’irrigazione ogni mille metri quadrati. «E dove lo posizioniamo il bagno chimico? - chiedono i proprietari -. Se lo mettiamo all’interno di un orto poi come facciamo se noi abbiamo necessità e il proprietario in quel momento non c’è? E se lo mettiamo al di fuori della recinzione sarà alla mercè di chiunque, anche di tossicodipendenti e sbandati che potranno utilizzarlo per nascondersi e fare ciò che vogliono. Stesso discorso per il pozzo». Queste e altre ancora, le obiezioni dei proprietari degli orti, per lo più pensionati che utilizzano il loro terreno per coltivare verdura e passare il tempo e che, sottolineano, pagano l’Imu poiché il Comune ha reso i loro terreni edificabili a parco. «Il che significa – concludono – che noi non possiamo costruire ma dobbiamo pagare la tassa, e se cediamo gratuitamente il terreno al Comune avremo il diritto di utilizzare il 10% della volumetria per lavori in altre zone all’interno dell’area comunale. Forse è proprio questo a cui si punta, magari per venderli poi a qualche imprenditore interessato».