Da un mese l'orso è scomparso dalla Valtellina: M25 potrebbe essere morto

La preoccupazione della Regione. L'assessore Terzi: "Non scartiamo nessuna ipotesi. La mancanza di tracce è misteriosa"

  L'orso in valle

L'orso in valle

Villa di Tirano, 30 aprile 2015 - Potrebbe essere morto, forse addirittura ucciso. Da un mese, esattamente dal 29 marzo scorso, non si hanno più notizie di M25, il giovane orso che da oltre un anno, più o meno costantemente, vive nelle vallate valtellinesi. «Le ricerche continuano senza sosta. Ma, a oggi, purtroppo hanno dato tutte esito negativo» spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi non nascondendo la propria preoccupazione sul destino del plantigrado di 4 anni. L’ultimo segnale mandato dal radiocollare risale proprio alla fine marzo, in località Stazzona di Villa di Tirano.

«Da allora più nulla - aggiunge l’assessore -. Siamo davvero preoccupati; tutto questo non è normale. Non abbiamo elementi certi, ma non possiamo nemmeno scartare alcuna ipotesi. La mancanza di tracce è misteriosa, soprattutto se si pensa che l’orso è giovane, in salute e in cerca di cibo dopo il lungo letargo. Spero che si riesca nelle prossime ore a trovare una traccia di M25. E capire cosa sia realmente successo. Ma le speranze sono decisamente ridotte».

«Come Regione - ricorda ancora l’assessore - negli ultimi anni abbiamo lavorato molto per la reintroduzione dell’orso e del lupo insieme ai territori confinanti. Proprio nell’ottica di gestire al meglio la presenza di questa specie e trovare soluzioni di possibile convivenza con le attività umane. Regione Lombardia, tra il 2010 ed il 2014, ha partecipato con altri 9 partner al progetto ‘Life Actos’, un progetto finanziato dalla Commissione europea e dedicato alla gestione dell’orso bruno. Progetto che ha portato a investire fino a oggi circa 800mila euro, di cui circa 560mila euro di fondi Ue assegnati alla Lombardia. Grazie a questo progetto Regione Lombardia ha definito procedure coordinate a livello regionale e ha potuto mettere in campo azioni concrete, quali la definizione di strumenti per il monitoraggio, eventuali interventi di gestione di emergenze (in Lombardia sono stati formati e dotati di idonea strumentazione 120 persone afferenti al personale del Corpo Forestale dello Stato e Polizie provinciali); l’organizzazione di iniziative rivolte alle popolazioni locali, turisti e scuole per dare informazioni sulle caratteristiche della specie e sulla reale pericolosità nei confronti dell’uomo. Ancora, si è provveduto alla distribuzione di recinti elettrificati in comodato d’uso gratuito a protezione di bestiame ed apiari; al coinvolgimento di alcune aziende agricole nella sperimentazione dei sistemi di gestione del bestiame in alpeggio in presenza dell’orso; alla definizione di una procedura uniforme sul territorio regionale per l’indennizzo di eventuali danni provocati dall’orso; e infine l’utilizzo del numero 1515 del Cfs quale numero per le segnalazioni di presenza dell’orso».