L’orso è scomparso dalla Valtellina: ha un parente nel Bresciano

Gli esami biologici eseguiti a Bologna hanno escluso che l'animale fotografato a inizio maggio sia M25

 Una foto notturna di M 18

Una foto notturna di M 18

Villa di Tirano, 29 maggio 2015 - È sempre più fitto il mistero della scomparsa di M25, l’orso di 4 anni originario del Trentino, di cui si sono perse le tracce il 29 marzo scorso. Di certo c’è che l’orso fotografato ad inizio maggio, grazie a delle fototrappole, a Incudine, in Alta Valle Camonica, non è M25 ma un suo cugino, M18. A rivelare l’identità di questo nuovo plantigrado sprovvisto di radiocollare, che aveva predato un asino e una pecora nel territorio bresciano al confine con la Valtellina, sull’altro versante del Mortirolo, sono stati gli esami biologici condotti dall’Istituto Ispra di Bologna, su alcuni campioni di pelo prelevati sull’animale dalla Polizia provinciale di Brescia.

«Abbiamo avuto recentemente conferma che non si tratta di M25 ma di M18, un suo stretto parente, nato nel 2012 dalla madre KJ1 e dal padre Gasper – spiega Ettore Mozzetti, dell’Ufficio Faunistico della Provincia di Sondrio -. Fino ad ora, grazie ad alcuni campionamenti, questo esemplare è rimasto stanziato sulle montagne del Brenta e nel Parco dell’Adamello, a parte il rinvenimento della predazione a Incudine e Monno, non abbiamo registrato segni della sua presenza in Valle. Si tratta di un animale schivo, che non si fa notare o comunque risulta poco dannoso».

M18, come altri esemplari, non è munito di radiocollare, risulta censito dal territorio dal quale proviene, il Trentino Alto Adige. La risposta della genetica ha quindi confermato la scomparsa di M25 e la presenza di un altro plantigrado.

Le voci di paese che danno M25 finito preda dei bracconieri sembrano prendere maggior forza vista l’assoluta mancanza di predazioni o segnali dal radiocollare di cui era dotato, ormai dal 29 marzo scorso, giorno del suo ultimo avvistamento, nei boschi sopra l’abitato di Stazzona, nel Comune di Villa di Tirano. Da quel momento in poi il radiocollare, dotato di sistema gps e onde radio, ha smesso di funzionare così come non si sono più registrate predazioni di animali, come asini o pecore, di cui era ghiotto M25. Ma dalla Provincia di Sondrio spiegano che non è possibile dichiararlo morto sino a quando non si troveranno degli elementi a supporto della tesi.

La Procura di Sondrio ha aperto un fascicolo con i risultati delle ricerche svolte fino ad oggi, perlustrazioni dall’alto con l’elicottero, da terra con agenti e cani specializzati. Ricerche che non hanno prodotto risultati alimentando sempre di più il mistero della fine di M25.