Novate Mezzola: "Ex Falck, troppi i malati di tumore"

Assemblea con associazioni e cittadini: «Numeri impressionanti» di ALESSIA BERGAMINI

L'incontro sull'ex area Falck

L'incontro sull'ex area Falck

Novate Mezzola, 14 febbraio 2016 - Dai muri perimetrali dell’area ex Falck fuoriesce un liquido biancastro la cui natura è, al momento, sconosciuta. Nella zona, il numero dei malati di tumore è più alto della media nazionale. Sotto lo strato di asfalto ci sono migliaia di metri cubi di scorie inquinanti. Eppure l’area è destinata a ospitare un nuovo insediamento produttivo, senza che venga attuata una bonifica. Si può riassumere così la situazione di Novate Mezzola, illustrata nel corso dell’incontro pubblico «Ex area Falck e noi - salute, impatto ipotesi di bonifica: tutto ciò che non è stato detto finora», svoltosi venerdì sera a Chiavenna, su iniziativa dell’associazione amici della Val Codera, del comitato salute ambiente valli e lago, di Legambiente e di Medicina democratica.

Importante la riflessione iniziale proposta dal moderatore Enzo Venini che ha affermato: «C’è da chiedersi cosa c’entrano una cava enorme e una installazione industriale in una valle che attende un finanziamento di 26 milioni di euro per la promozione turistica, in un territorio interessante dal punto di vista faunistico e per la presenza di migratori, in una terra che è una perla incastonata nelle Alpi».

Altrettanto importante e ancora più preoccupante è il dato esposto dal dottor Edoardo Bai, del comitato scientifico di Legambiente. Il medico, facendo riferimento all’indagine epidemiologica condotta dall’Asl di Sondrio nel novembre 2015, ha spiegato come questa abbia evidenziato un numero di casi di tumore superiore a quello previsto: «Per quanto riguarda gli uomini la stima era di 125 casi, mentre se ne sono verificati 148; per le donne a fronte dei 93 casi attesi se ne sono osservati 108. In totale, quindi, si sono verificati 256 casi invece dei 218 attesi».

Numeri che fanno pensare e non lasciano certo serena la popolazione che vive a nelle strette vicinanze dell’area. Nel corso della serata è intervenuta anche l’ingegner Valeria Mezzera, a nome del Comitato, che ha riepilogato tutta la vicenda legata all’area ex Falck e ha poi sottolineato che «ancora nessuna informazione ci è stata fornita sull’origine della sostanza biancastra che fuoriesce dal muro».

L’avvocato Gianmaria Moiola ha proposto una riflessione sul diritto alla libera iniziativa e sul diritto alla salute, parlando poi della differenza fra bonifica e messa in sicurezza. Infine ha ricordato che, in base ai permessi ottenuti, la società che darà il via all’attività nell’area e ricomincerà l’attività estrattiva nelle cave della zona, potrà estrarre materiale per una quantità di metri cubi paragonabile alle dimensioni del palazzo del Pirellone di Milano. Un esempio lampante per spiegare come verrà modificata la montagna. L’incontro ha visto anche la partecipazione dei medici Paolo Crosignani (Isde), Marco Caldiroli e Fulvio Aurora, entrambi di Medicina democratica e la partecipazione di tanti cittadini preoccupati per la loro salute e per il futuro della zona.