Alpinisti morti sul Monte Disgrazia: tante lacrime per Giuseppe che insieme ai suoi amici puntava al Monte Bianco

Mezzago si stringe alla moglie e ai 2 figli di Gritti di Antonio Caccamo

Tragedia sul monte Disgrazia (Orlandi)

Tragedia sul monte Disgrazia (Orlandi)

Mezzago (Monza e Brianza), 2 settembre 2014 - Dopo la tragedia in Brianza è il tempo delle lacrime e della pietà. Il sostituto procuratore di Sondrio, Giacomo Puricelli, titolare delle indagini, ha concesso il nullaosta per consegnare alle famiglie i corpi dei 4 alpinisti brianzoli precipitati domenica mattina sul monte Disgrazia. Così che si possa dare loro una degna sepoltura. I funerali saranno dunque celebrati nei prossimi giorni. Forse già mercoledì. Non ci sarà però un’unica cerimonia funebre, ma una in ogni paese di residenza «in orari differenti per permettere ai tanti amici e ai gruppi Cai della Brianza di partecipare», dice una persona molto vicina alla famiglia di Giuseppe Gritti, lo scalatore di Mezzago, autista dell’Atm, che lascia la moglie e due figli. Insieme a lui sono morti Giuseppe Ravanelli, 46 anni, di Sulbiate, Mauro Mandelli (46) di Brugherio, Alberto Peruffo, (51) di Veduggio con Colzano. Due loro compagni di cordata sono vivi solo perché l’unica donna del gruppo, arrivata ai 2900 metri, non se l’è sentita di andare avanti per le avverse condizioni del tempo. Uno della cordata si è offerto di accompagnarla. Sarà lei a sentire verso le 10.30 durante la discesa delle urla strazianti e vedere gli amici precipitare nel canalone Schenatti: un volo di 500 metri nel dirupo dai 3300 metri di quota ai 2800. Raggiunto il rifugio hanno dato l’allarme.

Il sindaco di Mezzago, Giorgio Monti, chiederà ai tre colleghi di Veduggio, Sulbiate e Brugherio di proclamare il lutto cittadino «per condividere il dolore di questa grande disgrazia». Ieri pomeriggio è salito in casa Gritti, in una palazzina di via Curiel 9, per portare tutto l’affetto del paese. Accanto alla moglie di Giuseppe Gritti, Paola, c’erano il suocero Angelo, i cognati e il fratello Stefano. Lei, gentile, ha pregato i giornalisti di non disturbare. Troppo grande il dolore. Enorme e smisurata la tragedia per poterla esprimere in parole. Il presidente della provincia Dario Allevi ha inviato un telegramma di condoglianze alle quattro famiglie. 

Di Giuseppe Gritti a Mezzago dicono che era «un ragazzo fantastico, generoso, pronto a darsi da fare per aiutare gli altri». Insieme alla moglie Paola partecipava alle attività della parrocchia dell’Assunta di Mezzago. «Come coppia seguivano che i giovani che si preparavano al matrimonio - racconta don Marco Villa - Ogni tanto affidavo loro delle coppie da formare. Il loro era l’esempio di un’unione ben riuscita. Perfetta. Giuseppe era un tipo molto riservato, timido. Ma si faceva coinvolgere. Quando c’era bisogno in oratorio lui era sempre tra i primi a farsi avanti». L'amore per il prossimo è nel Dna della famiglia Gritti: «il padre di Giuseppe, Angelo, è uno dei nostri iscritti più attivi», ricordava ieri mattina Angelo Vitali, ex sindaco di Mezzago, tra i promotori del gruppo volontari Mezzago, davanti alla sede dell’assocaizione, al piano terra del municipio. Giuseppe era appassionato della montagna. Questo lo sapevano tutti. Aveva programmato un’escursione sul monte Bianco già per questo week end se le condizioni meteo lo avessero permesso. Doveva partire insieme ai 5 amici con cui era salito in cordata sul Disgrazia e almeno ad altri due scalatori brianzoli, che domenica hanno rinunciato all’ultimo minuto all’escursione. 

antonio.caccamo@ilgiorno.net