Mercoledì 24 Aprile 2024

Maltrattamenti alla moglie, marito violento condannato a tre anni

Un 56enne portoghese residente a Livigno ha patteggiato la pena. Le violenze sarebbero cominciate addirittura nel 2007, quando la coppia viveva ancora in Portogallo di Susanna Zambon

Violenza contro le donne (foto d'archivio)

Violenza contro le donne (foto d'archivio)

Livigno, 25 novembre 2014 - Un 56enne portoghese residente a Livigno ha patteggiato davanti al giudice Carlo Camnasio una condanna a tre anni di reclusione per maltrattamenti nei confronti della moglie connazionale. L'uomo, secondo l'accusa, “maltrattava la moglie convivente picchiandola sistematicamente di giorno e di notte, minacciandola anche di morte con l'uso di un coltello da cucina, ingiuriandola con condotte reiterate e abituali, provocandole gravi sofferenze anche morali”.

In diversi episodi, poi, la donna era dovuta anche ricorrere alle cure mediche per le botte subite. Nel febbraio del 2009 il marito le aveva causato la distorsione del piede, con una prognosi di 15 giorni; ad aprile, poi, la colpì al naso ed ebbe una prognosi di 6 giorni. E ancora, il 15 settembre del 2012 la donna finì in Pronto soccorso con una distorsione alla caviglia, e appena due giorni dopo tornò dal medico con una nuova distorsione del piede. A dicembre riportò un trauma alla schiena e a marzo del 2014 si presentò per le cure con escoriazioni al braccio destro.

Fu l'ultimo episodio a porre termine, finalmente, ai maltrattamenti, perché l'uomo fu arrestato. Dopo la denuncia della moglie, infatti, scattarono le indagini dei carabinieri che arrestarono il 56enne su ordinanza di custodia cautelare. Gli inquirenti scoprirono che gli episodi di violenza sarebbero iniziati addirittura nel 2007, quando la famiglia viveva ancora in Portogallo, protraendosi poi a Livigno dal 2009. Alcuni episodi di violenza si sono verificati anche in presenza della figlia minorenne della coppia.

Il 56enne dovrà anche pagare le spese processuali e quelle relative al suo mantenimento in carcere; è stato infine dichiarato interdetto per cinque anni dai pubblici uffici.