Giovedì 18 Aprile 2024

Valanga a Livigno, il Cai boccia l'heliski: «Troppo pericoloso»

Prosegue la polemica sulla pratica sportiva dopo la morte di un turista svizzero travolto da una valanga. Effettuata l'autopsia

Soccorsi sulle piste da sci

Soccorsi sulle piste da sci

Sondrio, 24 gennaio 2015 - Non si placa la polemica dopo quello che è accaduto martedì a Livigno, dove un turista svizzero ha perso la vita travolto da una valanga mentre praticava heliski insieme a tre amici e ad una guida del posto. Ieri è stata effettuata l’autopsia sul corpo dello snowboardista, il 34enne Cristof Lorenz, e intanto si continua a parlare di una pratica sportiva a dir poco controversa.

«L’azione di contrasto del Cai centrale alla pratica dell’heliski è difficile e costante, e può apparire poco visibile, perchè fatta di tanto lavoro quotidiano - afferma il presidente generale del Cai, Umberto Martini -. Per la sua regolamentazione la legislazione è di competenza regionale e la sua attuazione di competenza dei sindaci. Di conseguenza l’azione di contrasto e di pressione deve essere comune tra la sede centrale del Cai, i suoi Gruppi regionali e il territorio. Il riferimento è e resta il nuovo “bidecalogo”, nel quale le posizioni del Cai sono espresse in maniera chiara e sulle quali non arretreremo».

«Il prossimo 28 gennaio - prosegue il Cai - è in programma una riunione della Segreteria ambiente del Cub alpino italiano, che si occuperà, oltre che delle questioni relative al Parco nazionale dei Monti Sibillini e del Parco nazionale dello Stelvio, anche del caso heliski».

In occasione del recente incontro, a dicembre, a Roma tra le maggiori associazioni ambientaliste italiane e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, è stata posta all’attenzione del Governo l’Agenda ambientalista per il rilancio del Paese e la sua attuazione.

«Nel capitolo dedicato alla montagna – prosegue Martini - il Cai ha posto chiaramente la questione di una regolamentazione relativa all’uso indiscriminato di tutti i mezzi motorizzati nei territori montani per fini ludici e ricreativi, che va assolutamente contrastato. Inoltre la Commissione tutela ambiente montano del Cai è impegnata costantemente nella promozione di frequentazioni della montagna “lente” e rispettose, considerato anche lo scarso innevamento degli ultimi anni che caratterizza le terre alte durante la stagione invernale e i limiti degli impianti di risalita. Per il Club alpino italiano è indispensabile guardare oltre, è necessaria un’attenzione all’ambiente sempre più diffusa e condivisa, rivolgendosi soprattutto ai giovani, con attività che diano un senso alla frequentazione delle terre alte. Pratiche come l’heliski rappresentano colpi di coda rispetto a ciò che la montagna oggi può concretamente offrire».