Giovedì 18 Aprile 2024

Compagnoni a cuore aperto: "Io, lo sci e la mia Santa Caterina"

"La Coppa del Mondo tar queste montagne. Che bello essere protagonisti del Circo Bianco" di Michele Pusterla

Deborah Compagnoni

Deborah Compagnoni

Sondrio, 31 dicembre 2014 -IPassanogli anni, ma la luce negli occhi di Deborah Compagnoni ha la stessa intensità di quando saliva sul gradino più alto del podio. Una luce che dice molto più delle parole che, lei, ha sempre dosato con saggezza valtellinese. Mai una virgola fuori posto, mai una scusa per una gara terminata con una prestazione sottotono rispetto alle aspettative. Semplicemente Debbie. E quando torna a casa, a Santa Caterina Valfurva, il suo sguardo diventa ancora più intenso, rinvigorito dal posarsi sull'anfiteatro di vette che racchiude il ghiacciaio dei Forni, nel cuore del Parco dello Stelvio. Festeggerà il Capodanno, così come ha fatto per il Natale, nell'albergo di famiglia il «Baita Fiorita», a due passi dalle piste che l'hanno vista crescere come atleta e come paladina dell'associazione a sfondo benefico «Sciare per la vita». Ha un motivo in più per festeggiare quest'anno, la sua Santa Caterina ha ospitato la gara di Coppa del Mondo maschile, un successo conquistato anche per la pista a lei intitolata. 

L'emozione nel vedere gli «uomini-jet» lanciarsi sul tracciato che porta il tuo nome non è stata poca, o sbaglio? «Ma di più, da parte mia, c'era l'attesa nel sapere che giudizio gli atleti avrebbero espresso sulla pista. Dopo la prima prova, svolta regolarmente, erano tutti positivi: la parte alta, molto tecnica e impegnativa, è stata definita i 30 secondi più difficili dell'intero Circo Bianco internazionale...».

All'indomani della disputa della Coppa del Mondo di sci, sulla pista «Compagnoni» quale è il bilancio? «Credo estremamente positivo, seppure il clima non ci abbia di certo aiutato. Questa discesa ha dimostrato di essere sicuramente all'altezza di un evento maschile di Coppa del Mondo».

Un'esperienza da ripetere nel 2015? «Quest'anno abbiamo sopperito al forfait dei vicini di Bormio. Lo staff organizzativo dell'appuntamento è stato lo stesso. Non nascondiamo la speranza che la Federazione Internazionale ci conceda la possibilità di ripresentarci anche il prossimo anno su questa ribalta internazionale. Gli operatori economici del mio paese non avrebbero problemi a rispondere sì a un'eventuale nuova chiamata: a noi la gara mondiale non dà assolutamente fastidio. Qui a Santa Caterina si riesce a fare convivere atleti e turisti».

Una bella famiglia con il marito l'industriale veneto, Alessandro Benetton e i tre figli Agnese, Luce e Tobias messa su dopo aver concluso una carriera ai vertici dello sci mondiale e aver vestito dai 15 ai 30 anni la maglia della Nazionale. Deborah dallo scorso giugno, a 43 anni, è diventata... maestra di sci. «Ho fatto l'esame, durato 3 giorni, sugli impianti del ghiacciaio dello Stelvio, ma per ora non esercito», sorride mentre firma un altro autografo.

Santa Caterina sempre determinante e nel cuore, ma cosa ama di più di questi luoghi? «Quello che più amano i villeggianti. Santa Caterina ha caratteristiche uniche, è rimasto un piccolo borgo con duecento abitanti, preservato dalla grande speculazione edilizia che ha colpito altre località di vacanze in Italia. Qui la gente viene, in particolare, per disintossicarsi dallo stress delle città. E trovano ciò che cercano».

Sembra lo spot di un sindaco: dietro l'angolo c'è, forse, un futuro con la fascia tricolore per questo paese che tanto ami? «Non mi attira. Assolutamente no, è una previsione del tutto irrealizzabile risponde Debby alla provocazione .Troppo complicato, troppa burocrazia. Più facile vincere un'Olimpiade...».

di Michele Pusterla