Venerdì 12 Aprile 2024

Super franco e nuovo accordo fiscale. Addio bengodi, il frontaliere piange

I lavoratori della Valtellina e della Valchiavenna rischiano di venir pagati in euro e di versare il 50% di tasse in più

I  frontalieri (Cusa)

28-03-2012 SVIZZERA DOGANA CONFINE VALICO CHIASSO FRONTALIERI guardie di confine FOTO CUSA CELL 335 6855682

Sondrio, 17 gennaio 2015 - Non c’è solo il super franco a turbare i sonni dei frontalieri di Valtellina e Valchiavenna. Da ieri infatti chi lavora oltreconfine dovrà fare i conti con gli effetti dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera. Una rivoluzione copernicana lo splitting fiscale che sostituirà il sistema dei ristorni. La quota spettante alla Svizzera sarà del 70% al massimo del totale dell’imposta normalmente prelevabile alla fonte, il rimanente 30% verrà tassato da Roma, oggi invece il Canton Ticino riversa all’Italia il 38% di quanto incassato in imposte sui frontalieri trattenendo il 62%. Per i Comuni di confine a lato pratico non dovrebbe cambiare molto, se non che i fondi anziché da Basilea e Bellinzona arriveranno direttamente dallo Stato.

Cambia invece e molto per i sessantamila frontalieri (circa 6mila della provincia di Sondrio) che invece si troveranno a pagare più tasse visto che il loro stipendio sarà assoggettato alle aliquote del Belpaese. «L’accordo in fase di definizione rischia di essere pagato dai frontalieri con il 50% in più di prelievo fiscale - spiega Sergio Aureli, che per il sindacato elvetico Unia si occupa proprio di frontalieri -. Facciamo l’esempio di un lavoratore che percepisce uno stipendio di 60mila franchi l’anno e non ha figli. Fino a oggi veniva assoggettato all’aliquota del 9,5% del Canton Ticino, quindi pagava in tasse 5.700 franchi il 71,2% dei quali rimaneva in Svizzera, mentre il restante 38,8% tornava in Italia sotto forma di ristorni. Con l’entrata in vigore dello split il 71% rimarrà in Svizzera, 4.047 franchi, mentre il resto del suo stipendio, depurato del primo prelievo e di una franchigia di 7.500 verrà tassato in Italia, naturalmente convertito in euro. A conti fatti il nostro frontaliere pagherà 4.350 euro a Roma e altri 4.000 a Berna. Praticamente il 50% in più di quello che aveva versato fino a oggi. A questo vanno aggiunti gli effetti del super franco, che solo a una prima analisi superficiale è amico del frontaliere.

«Questa decisione rischia di creare grossi problemi al turismo, al commercio e industrie che vendono i loro prodotti all’estero - conclude Aureli - Il rischio è che i frontalieri si vedano proporre stipendi in euro, siano costretti a lavorare ore in più a parità di stipendio o ancora siano sottoposti a contratti in cui i compensi variano al mutare del cambio. Per questo ci batteremo per l’estensione dei contratti collettivi, che tutelano anche questi aspetti dello stipendio».

Sono circa 4870 i lavoratori italiani occupati nei Grigioni. Lo dicono i dati diffusi dall’Ufficio federale di statistica. In totale, nell’intera Svizzera, i frontalieri stranieri sono oltre 28mila. Gli italiani sono il gruppo più numeroso davanti agli austriaci e ai tedeschi. Ci sono Comuni, in Engadina, dove si registra una presenza di frontalieri elevatissima. È il caso di Sankt Moritz, Samedan, Celerina, Pontresina , Sils e Silvaplana, senza dimenticare la Bregaglia.