Edilizia sempre in rosso: in quattro anni persi mille posti di lavoro

Daniele Tavasci, segretario Filca Cisl Sondrio: "I numeri parlano chiaro ed è certo che non si tornerà più ai livelli pre-crisi" di Eleonora Magro

Muratori al lavoro

Muratori al lavoro

Sondrio, 2 ottobre 2014 - In quattro anni mille operai in meno, 121 imprese perse e un calo di undici milioni e mezzo per i salari. Numeri da brivido per il settore dell’edilizia in provincia di Sondrio al settimo anno di crisi. I dati della Cassa edile fotografano, dal settembre a luglio di ogni anno, un calo progressivo dell’attività e dell’occupazione del settore in Valle con un numero medio di addetti occupati passati da 2.453 a 2.265 solo negli ultimi dodici mesi, 188 operai in meno. «I numeri parlano chiaro ed è certo che non si tornerà più ai livelli pre-crisi - sottolinea Daniele Tavasci, segretario Filca Cisl Sondrio -. Il nostro territorio è troppo “piccolo” per offrire lavori pubblici e privati sufficienti per un settore che si è molto strutturato alla stregua di un vero e proprio Distretto economico, seppure fatto di aziende piccole. Come già qualcuno del settore proponeva tempo fa andrebbero create forme aziendali di tipo consortile o strutture di rete, in grado di sostenere questo distretto produttivo, dove le capacità tecniche e di gestione vengano messe in rete per far fronte a interventi in grado di sostenere i maggiori costi per le trasferte più lunghe».

Accanto a Tavasci anche Sergio Clari della Feneal Uil e Roberto Caruso della Fillea Cgil analizzano i dati di una situazione che lascia pochi spazi all’ottimismo. «Il problema principale è l’assenza di risorse e la mancanza di certezze sulle retribuzioni in busta paga – spiega Roberto Caruso -. Anche nelle aziende che fino a ieri avevano buone capacità occupazionali e sono gestite in maniera seria riscontriamo problemi di liquidità e difficoltà nel pagare i propri operai. Altro discorso sono i lavori pubblici, con il Patto di stabilità le risorse degli Enti locali sono ridotte al lumicino, è l’ordinarietà, le manutenzioni e i lavori piccoli che ti permettono di andare avanti. Si tratta di un errore di fondo e di una mancanza di strategia comune che ci porti a capire dove si vuole andare in futuro. Non possiamo continuare a pensare di costruire capannoni e condomini, l’alternativa sono le riqualificazioni e le ristrutturazioni». Due le prospettive di cambiamento e di rilancio del settore che saranno avviate in Valle: «Come Cassa edile nel 2015 verranno avviati i lavori per la realizzazione di un centro per lo svolgimento delle prove pratiche della scuola edile, corsi specifici come il movimento dei mezzi - spiega Caruso-. Ad oggi non c’è un luogo dove fare formazione. In secondo luogo saranno accorpate le casse edili del nord della regione, quindi Como, Lecco, Varese e Sondrio, al fine di razionalizzare le spese e centralizzare i servizi evitando sprechi».