"Flessibilità smisurata e precariato: tanti i nodi per i nostri lavoratori"

Focus sul mondo del commercio e turismo nel congresso Fisascat Cisl

Il congresso Cisl

Il congresso Cisl

Sondrio, 23 febbraio 2017 - Flessibilità smisurata, precariato e una buona dose di sfruttamento sono i problemi che affliggono il mondo del commercio, turismo e servizi, rappresentato, dal punto di vista sindacale, dalla Fisascat Cisl, ieri in congresso. «I 15mila lavoratori in provincia, il 30% appartenente alle cooperative, fanno parte di un universo complesso - precisa il nuovo segretario generale Gabriele Mazzoleni che riceve il testimone da Sergio Marcelli -. Dai datori di lavoro sono richiesti orari impegnativi e grande flessibilità. Vale soprattutto per i dipendenti delle cooperative che svolgono servizi all’interno di realtà strutturate come ipermercati, ospedali e altro. Un mondo, spesso legato agli appalti, fatto di orari incompleti e stipendi irrisori, buste paga non corrette o, peggio, latitanti».

Capita purtroppo di incappare in «realtà che, inizialmente, si presentano con le carte in regola, poi traballano (vedi Mazal) - prosegue Mazzoleni -. Il sogno di noi sindacalisti è che le aziende privilegino le assunzioni, limitando al massimo l’impiego di tali soluzioni lavorative cui riserveremo attenzioni sempre maggiori in futuro». Si ragiona in prospettiva, ma sempre con i piedi ben piantati a terra: «Il mutamento del mercato del lavoro obbliga a cambiamenti radicali del nostro modello organizzativo - spiega Marcelli -. Legittimamente possiamo denunciare l’eccessivo livello di flessibilità e precarietà, controllarlo e arginarlo attraverso welfare contrattuale, bilateralità e quant’altro, ma non possiamo far credere che sia possibile un ritorno al passato».

«Il forte ridimensionamento del modello industriale, la ristrutturazione delle grandi aziende dei servizi, la necessaria riforma della pubblica amministrazione, la crescita del terziario e dei servizi alle strutture e alle persone con una tipologia di rapporti di lavoro inevitabilmente molto flessibili sono fenomeni da cui difenderci e da gestire, ma non cancellabili», prosegue l’ex segretario Fisascat i cui iscritti superano le duemila unità. «I nostri assistiti vivono una condizione lavorativa basata su problematiche reali che necessita della costruzione di una rete di tutele che, senza guardare nostalgicamente al passato o cadere in facili populismi, metta tutti in condizione di vivere una vita lavorativa dignitosa».