Poca neve in quota ma gli impiantisti sono quasi a pieno organico

Nana della Cgil: "Sono impiegati sulle piste 550 lavoratori, il 90% del totale"

Giorgio Nana della Camera del lavoro

Giorgio Nana della Camera del lavoro

Chiesa in Valmalenco (Sondrio), 30 dicembre 2016 - «Sono 550 i lavoratori, tra fissi e stagionali che al momento sono occupati, nonostante la mancanza di neve, dalle società di risalita della nostra provincia - ha affermato Giorgio Nana, segretario dei trasporti della Cgil Sondrio -. Tale cifra corrisponde pressappoco al 90% dei dipendenti e dimostra che, anche in una situazione di clima sfavorevole come è quella che al momento stiamo vivendo, l’industria sciistica, volano della nostra economia per cinque mesi all’anno, riesce comunque a raggiungere la quasi totale occupazione».

«Tra l'indotto e i dipendenti diretti - prosegue Nana - l’industria dello sci da lavoro, in tutta l’area alpina - che comprende Italia, Francia, Austria, Germania e Slovenia - ha circa 30 milioni di persone. Questa grande azienda, purtroppo, non riesce a far fronte alle ingenti spese, dovute alla necessità di “sparare” la neve artificiale. Per tale motivo le società di risalita hanno accumulato, solo nella nostra zona, 175 milioni di debiti. La situazione è quasi insostenibile e non è possibile che una provincia come la nostra, che fornisce il 13% dell’energia elettrica nazionale, non riceva adeguati finanziamenti rivitalizzare un settore vitale per la nostra economia».

«In aggiunta - prosegue il sindacalista - va anche detto che le nostre stazioni sciistiche mancano di infrastrutture adeguate, in Trentino le autostrade arrivano fino agli impianti, e che le società di risalita non fanno “squadra”, come ad esempio accade in Valle d’Aosta dove, in tutta la regione si contano solo otto società rispetto alle 45 degli anni passati - conclude Nana -. È nostro dovere preservare l’industria dello sci senza la quale tutto l’indotto, formato da alberghi, negozi di articoli invernali, ristoranti e agriturismi collasserebbe, uccidendo la nostra economia. I turisti vengono in montagna per sciare e senza lo sci le nostre attrattive sono ben poche».

Per la Valtellina il settore è talmente importante che nel marzo 2014 è stato stipulato, in Valmalenco, il primo ed unico contratto nazionale firmato nella nostra provincia. Per quanto il settore possa essere in crisi i lavoratori avranno, dal primo gennaio, in virtù dell’accordo nazionale stipulato ad Aosta il 12 maggio, un aumento di stipendio che potrà aiutare soprattutto gli stagionali, che rappresentano il 60% del totale.