Sondrio e provincia, l'Unione commercio: "Tiene il settore food, soffre il tessile"

Residenti e turisti tendono a risparmiare e spesso scelgono la grande distribuzione

Loretta Credaro, presidente Unione Cts

Loretta Credaro, presidente Unione Cts

Sondrio, 20 ottobre 2016 - I negozi sotto casa, nelle vie e nei quartieri delle nostre cittadine e nelle contrade dei nostri paesi, sia del fondovalle sia di mezza costa, sono un presidio sociale irrinunciabile soprattutto in un territorio montano come quello valtellinese: grazie alla loro presenza, possiamo fare la spesa sotto casa senza prendere l’automobile, risparmiare tempo, trovare spesso prodotti non reperibili in altri canali distributivi o di qualità più elevata o il chilometro zero (per gli alimentari), essere consigliati sull’acquisto che meglio si adatta alle nostre esigenze, passeggiare nelle vie ammirando le vetrine, accogliere meglio i turisti e i visitatori mostrando una realtà animata e dinamica.

Perlopiù non ci facciamo caso, ma sono tanti i valori e le opportunità racchiuse nella vetrina illuminata di un negozio. Purtroppo, però, da tempo le luci delle piccole attività commerciali non sono più così sfavillanti. A confermarlo ulteriormente è l’indagine realizzata dall’Unione Cts e da Valtellina Turismo su un campione di circa 100 commercianti dei settori alimentare e tessile-abbigliamento e calzature, che va a completare il quadro dell’andamento della stagione estiva, rispetto all’analogo periodo del 2015, integrando i dati già resi noti sull’offerta ricettiva, della ristorazione e dei pubblici esercizi del nostro territorio basati su 300 operatori contattati.

Un aspetto spicca su tutti: da qualche anno sembra essere essersi affievolito l’effetto trainante delle presenze turistiche sulle vendite nel comparto commerciale, vale a dire quel fattore che in qualche maniera consentiva agli operatori di compensare almeno in parte l’esagerata concorrenza della grande distribuzione e del commercio online. Ora, ciò che più salta agli occhi è che il ridimensionarsi di questo effetto trainante, già da tempo in atto nelle cittadine della nostra provincia, si sta irradiando anche alle località turistiche di maggior richiamo del nostro territorio come Bormio e Livigno.

«Come abbiamo avuto modo di verificare– afferma la presidente dell’Unione Cts Loretta Credaro –, i turisti sono arrivati nelle nostre stazioni e la ricettività ne ha tratto beneficio. Effetti positivi si sono avuti anche per pubblici esercizi e ristorazione, ma, per contro, gli ospiti sia italiani sia stranieri si sono dimostrati poco inclini alla spesa nei negozi, ragione per cui le considerazioni sull’andamento del comparto commerciale ci inducono a riflessioni più approfondite e a interrogarci ulteriormente sulle strategie e sulle azioni che gli operatori potrebbero mettere in campo per migliorare la propria offerta».

La tendenza generale da parte dei clienti resta dunque quella volta al risparmio, sia per necessità sia per un atteggiamento di maggiore prudenza e circospezione. Tuttavia, un distinguo va fatto, tra il settore alimentare, che tende a mantenersi quasi stabile (o comunque con un saldo a favore degli operatori che evidenziano un aumento o una tenuta rispetto a coloro che purtroppo lamentano un decremento), e il settore del tessile-abbigliamento-calzature, che, fatte salve le situazioni in controtendenza, appare più in sofferenza. Tutto sommato, dunque, il food riesce a stare a galla e ciò grazie a un’attenzione sempre più spiccata verso i prodotti tipici locali, le nostre eccellenze agroalimentari e il chilometro zero, che piacciono sia ai residenti sia ai turisti, con un trend in crescita.

In questo settore la stagione estiva, dopo un avvio piuttosto stentato, si è dimostrata in chiara ripresa nel mese di agosto. Meno positivo, come detto, l’andamento del comparto tessile-abbigliamento nel suo complesso, che da un lato appare molto legato alle condizioni meteorologiche e dall’altro fa sempre più fatica a catturare l’interesse dei clienti. Una situazione che gli operatori del tessile-abbigliamento-calzature interpellati attribuiscono a una serie di concause, in primis al perdurare della crisi e alla conseguente scarsa propensione alla spesa da parte della clientela italiana, allo scenario politico-istituzionale del nostro Paese ancora in balìa dell’incertezza con ripercussioni sul sentiment generale, a un meccanismo dei saldi che penalizza troppo le vendite estive in presenza di un inizio della stagione che negli ultimi anni si è manifestato tardivamente e appunto a ridosso degli sconti. E ancora, a pesare sono anche l’evoluzione della domanda attratta da altri prodotti come quelli legati alla telefonia e all’innovazione tecnologica, la sproporzionata presenza della grande distribuzione in Valle e l’affacciarsi prepotente dell’e-commerce, nuova frontiera dei consumi.

«Le tante vetrine sfitte presenti nei nostri centri di Mandamento e nei nostri paesi – dichiara la presidente dell’Unione Cts Loretta Credaro – sono un segnale eclatante di una profonda ristrutturazione ancora in atto nel settore commerciale. Se per certi versi appare illusorio pensare di tornare ai livelli pre-crisi, certamente non dobbiamo lasciare nulla di intentato (e numerose in questo senso sono le iniziative proposte dall’Unione, dalla formazione, ai progetti per i Mandamenti e le categorie, all’informazione sulle opportunità offerte dai bandi per il settore commerciale ecc.) per mettere i nostri operatori nelle condizioni di guardare al futuro proponendo un’offerta commerciale più innovativa e un servizio di assistenza al cliente sempre più mirato e di qualità».