Sondrio, l’Unione artigiani spaccata. Parla il numero uno

La resa dei conti sarà nel direttivo di lunedì prossimo. Il presidente Gritti va avanti

Il presidente di Confartigianato Sondrio, Gionni Gritti

Il presidente di Confartigianato Sondrio, Gionni Gritti

Sondrio, 8 aprile 2'017 - Il presidente degli Artigiani Gionni Gritti non abbandona «per principio», nonostante sia amareggiato, anzi, nauseato. L’ingarbugliata vicenda che ha portato 15 componenti del Consiglio direttivo a sfiduciarlo nominando, al suo posto, un nuovo numero uno, Luca Longa, ha scosso profondamente lui e tutta Confartigianato Sondrio.  <Non capisco che colpe mi attribuiscono», esordisce riferendosi al gruppo di colleghi che gli rimproverano una sostanziale incapacità d’ascolto, culminata con il rifiuto di nominare un vicesegretario per affiancare l’attuale segretario dell’associazione di categoria. «Non ho espresso un’opposizione netta - chiarisce - ho solo chiesto un mese di tempo per valutare altre strade, cercando di mediare. Per tutta risposta, mi hanno consegnato una lettera che mi invitava a prendere provvedimenti immediati».

Si poteva esaudire una richiesta così? «Sarebbe stato nelle mia facoltà, ma in una realtà piccola come la nostra, creare dal nulla nuove figure genera scompiglio. Avrebbe avuto più senso una riorganizzazione generale delle categorie e delle società partecipate». Secondo Gritti, tutta la discussione «poteva essere portata avanti in modo più sereno e concreto, senza arrivare a forzature di questo tipo che non permettono di operare e fare le dovute verifiche del caso», aggiunge, contestando ai dissidenti anche gli aspetti procedurali che hanno portato alla sfiducia. Delle convocazioni del direttivo fatte dal vicepresidente Agostino Pozzi «nessuna è legittima». «Il vicepresidente può convocare il direttivo solo in assenza o impedimento del presidente», precisa. Non solo. «La seduta del 13 di febbraio, di fatto, è come se non esistesse, in quanto sono stati secretati i verbali. Non si sa cosa realmente cosa sia successo. In quelle del 13 e del 23, invece, mancava il numero legale, rappresentato dalla metà più uno su un totale di 28 consiglieri (erano in 14). Stesso problema anche per quella del 31: erano, sì, in 15 ma, intanto, con le neo nomine, una per categoria (artistico), uno per delega della società di servizi Unidata, i consiglieri sono diventati 30. Non nego che le sedute si siano svolte e che siano espressione di dissenso, ma secondo me e i miei consulenti, non si possono ritenere valide». Per la resa dei conti si dovrà aspettare il 10 aprile, quando si riunirà un nuovo direttivo, questa volta convocato da Gritti. «In questa sede discuteremo tutte le problematiche, fino a prova contraria sono ancora io l’unico rappresentante legale», ribadisce, rimarcando che «l’intera vicenda ha solamente creato scompiglio». «Tutta l’associazione sta pagando per scelte forse un po’ eccessive». Che tra le maglie di Confartigianato si nascondessero anime diverse Gritti lo sospettava da tempo, «ora ne è emersa una».