Mercoledì 24 Aprile 2024

Duplice delitto di Brusio, ora la difesa vuole portare il processo in Svizzera

Ezio Gatti resterà agli arresti domiciliari nella sua casa di Sondrio fino alla sentenza di appello (si presume passi un anno e mezzo), mentre Ruslan Cojocaru rimarrà nel carcere di Monza. Intanto, il duplice delitto di Zalende, frazione di Brusio, a pochi chilometri oltre il confine italiano, pronunciata dalla Corte d’Assise di Sondrio nei confronti derò, si parla, nuovamente, di portare il processo in Svizzera, dove è stato commesso l’omicidio di Susanna Zambon

Ezio Gatti e Ruslan Cojocaru

Ezio Gatti e Ruslan Cojocaru

Sondrio, 17 dicembre 2014 - Ezio Gatti resterà agli arresti domiciliari nella sua casa di Sondrio fino alla sentenza di appello (si presume passi un anno e mezzo), mentre Ruslan Cojocaru rimarrà nel carcere di Monza. Intanto, il duplice delitto di Zalende, frazione di Brusio, a pochi chilometri oltre il confine italiano, pronunciata dalla Corte d’Assise di Sondrio nei confronti derò, si parla, nuovamente, di portare il processo in Svizzera, dove è stato commesso l’omicidio. Il giorno dopo la sentenza relativa al dupei due imputati, si torna a parlare della giurisdizione processuale.

Lunedì pomeriggio la doppia condanna: il moldavo, ritenuto esecutore materiale del duplice delitto, è stato ritenuto colpevole di tutti i reati e condannato all’ergastolo con isolamento diurno per un anno. Il valtellinese, invece, è stato assolto dall’accusa di porto d’armi ma condannato per l’omicidio a 21 anni di reclusione. A Gatti è stata riconosciuta l’attenuante per concorso anomalo, qualora il reato commesso sia diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti, anche questi ne risponde, se l’evento è conseguenza delle sua azione od omissione.

Secondo la Corte, in pratica, Gatti non aveva ingaggiato Ruslan Cojocaru per uccidere i coniugi Ferrari, ma forse per ottenere (o estorcere loro) del denaroDa questo tentativo di estorsione, però, è scaturito l’omicidio, non ritenuto premeditato (l’aggravante della premeditazione, infatti, non è stata riconosciuta). Insomma, il valtellinese, sempre cercando di interpretare la decisione dei giudici, non voleva far uccidere Ferrari e Plozza, ma l’evento è stata una conseguenza delle sue azioni. Bisognerà attendere 90 giorni e leggere le motivazioni della sentenza per capirne di più, ma l’attenuante riconosciuta a Gatti e l’esclusione, per quanto riguarda Cojocaru, dell’aggravante della premeditazione, rimettono le carte in tavola rispetto alla giurisdizione.

I coniugi Gianpiero Ferrari e Gabriella Plozza, infatti, furono uccisi il 21 novembre del 2010 in Svizzera e i legali dei due imputati si sono battuti perché il processo si svolgesse in terra elvetica. Il pm Luisa Russo, e all’epoca anche il procuratore capo Fabio Napoleone, ha sempre sostenuto la validità della giurisdizione italiana in base all’articolo 6 del Codice penale. In pratica, se il delitto viene organizzato in Italia qui si svolge il processo, anche se poi è stato consumato oltre confine. Gli avvocati Carlo Taormina (per Gatti) e Rossella Sclavi (per Cojocaru) faranno quindi leva sul fatto che, secondo la Corte, l’omicidio non è stato premeditato e quindi non è stato organizzato in Italia per chiedere di spostare il processo in Svizzera. Intanto, fino alla sentenza della Corte d’Assise di appello, alla quale hanno già annunciato che ricorreranno le difese degli imputati, rimarranno in vigore le misure cautelari in essere, cioè gli arresti domiciliari per Ezio Gatti e la custodia in carcere per Ruslan Cojocaru.