Valdisotto, addio a Massimo Todesco. Dopo i funerali il rinfresco, come voleva lui

Toccanti le parole di don Bruno: "Tode rappresentava la speranza, la sua si è fermata sulla strada di Tiolo"

Il funerale di Massimo Todesco (Orlandi)

Il funerale di Massimo Todesco (Orlandi)

Valdisotto, 12 settembre 2017 - Lo diceva spesso: “Se muoio, organizzate un rinfresco per me”. E quando, purtroppo, a soli 37 anni ha perso la vita in un terribile incidente stradale a Grosio, mentre tornava a casa da lavoro, la moglie di Massimo Todesco ha subito pensato a quelle parole, Così Beatrice Ferrario Bonetti, noto dentista di Valdisotto, ha organizzato il funerale del giovane marito e, dopo la cerimonia nella chiesa di Santa Maria Assunta, un rinfresco nell'Hotel Cepina proprio di fonte alla parrocchiale. Era quello che avrebbe voluto il manager della Baxter, padre di due bimbe di 4 e 9 anni, e così è stato.

Oltre 300 persone hanno gremito la chiesa, altrettante fuori, sul sagrato e fino in strada, per salutare il “forestiero” amato da tutti. Di origini venete, si era trasferito in Alta Valle per amore della donna che poi è diventata sua moglie e la madre delle sue figlie. Un destino tragico però lo ha strappato alla vita e all'amore della sua famiglia, un amore che oggi pomeriggio, durante i funerali, era palpabile.

“Anche se riuscissimo a dare una risposta alle tante domande che ci poniamo, rimane comunque la consapevolezza che Massimo non c'è più – le toccanti parole del parroco, don Bruno Rocca, con la voce rotta dalla commozione -. Come è possibile per noi, e soprattutto per i familiari colpiti da questa sofferenza, vivere un momento così tragico senza perdere l'amore per la vita, senza perdere il desiderio di affrontare il futuro, la sensibilità nei confronti degli altri? Il rischio è sempre quello di chiudersi. Gli unici compagni sembrano essere il pianto, la rabbia, la protesta. Dobbiamo trovare il modo di andare oltre e non essere sommersi dall'angoscia, non perdere la speranza”.

Il sacerdote ha poi ricordato Massimo, che “partecipava con le bambine agli incontri in parrocchia, aveva gusto per la natura e per le cose che stanno attorno a noi. Diceva: “Siamo fortunati ad avere attorno queste cose”. Poi il lavoro, le soddisfazioni che ha avuto, le attenzioni ai più deboli e più poveri. E l'impegno in campo amministrativo solo per prendersi cura del territorio, senza interessi personali. La speranza di Massimo si è fermata sulla strada di Tiolo”.