"Svetlana è scappata", l’ipotesi del finto alibi di un marito distrutto

Sondrio, il racconto poco prima della sua morte

Svetlana Balica con il marito Nicola Pontiggia

Svetlana Balica con il marito Nicola Pontiggia

Cosio valtellino (Sondrio), 25 novembre 2017 -  «Svetlana è scappata e Nicola si è suicidato per il troppo dolore». Parole pesanti come macigni. Sono le convinzioni (indotte, ma da chi?) di una persona molto vicina ai protagonisti del giallo di Cosio Valtellino, Nicola Pontiggia morto misteriosamente, e sua moglie, la 44enne moldava Svetlana Balica, scomparsa negli stessi giorni, il 2 novembre. A dire questa frase è un parente stretto del 55enne morto il 2 novembre, schiacciato dal suo camion nella ditta Castelli di Morbegno, dove lavorava da 27 anni. Una frase fissata su un social network il giorno dopo il decesso dell’uomo.

Una morte strana, un incidente sul lavoro con troppi punti di domanda: come mai Nicola era in azienda quel giorno nonostante l’attività fosse chiusa per ferie? E come è possibile che abbia fatto errori tanto grossolani, nonostante la sua esperienza, da finire sotto un camion? Domande a cui sembrano avere una risposta i familiari di Nicola, che non hanno mai pensato ad un infortunio sul lavoro ma, invece, già dal giorno della morte erano convinti che il loro caro si fosse tolto la vita. Lo dimostra una chat tra un parente del 55enne e il nipote di Svetlana, Radu. «Svetlana è scappata, è in Moldavia da voi?», domanda il familiare di Nicola Pontiggia il 3 novembre. Radu risponde in moldavo, poi traduce: «Ce sa intamplat? Cos’è successo?». Poi la rivelazione improvvisa: «Nicola è morto». Radu chiede come è morto Nicola. La risposta: «Non sappiamo. La polizia sta cercando Svetlana, anche a noi (come ai parenti in Moldavia, Ndr) non risponde da ieri mattina. Pensiamo sia venuta in Moldavia». Alle domande di Radu, che chiede quando e come sia morto Nicola, il parente rivela, senza apparente ombra di dubbio: «Ieri pomeriggio si è suicidato per la disperazione».

Gli inquirenti ora stanno effettuando accertamenti sul camion sotto cui stava lavorando, con una chiave inglese in mano, al momento della morte. Se il mezzo, ancora sotto sequestro, non risulterà guasto, si tratterà di un ulteriore tassello a conferma che non si è trattato di un incidente. Ma che fine ha fatto Svetlana? Nicola il 2 novembre, attorno alle 13.30, va a trovare l’ex moglie, con cui è in ottimi rapporti, e le fa una confidenza: «Svetlana se n’è andata, ha preso un borsone e 900 euro che avevamo a casa. Da stamattina non mi risponde al telefono e prima sono tornato a casa e non c’era». Diceva la verità? le telecamere della zona non lo riprendono. E nessuno l’aveva visto.